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Artist: JACOPO PIERAZZUOLI & THE KINGS OF FIRE     Album: ALMOST JAZZ     Label: Dodicilune     Code: ED305

ALMOST JAZZ

  • ALMOST JAZZ

  • JACOPO PIERAZZUOLI & THE KINGS OF FIRE

  • 27 February 2013

  • ED305

  • 8033309693057

  • Digital, Dodicilune

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  • Created on : 26 February 2013

  • Total songs : 7

  • Total comments : 0

  • From: Dodicilune

Press Release

Musicisti con percorsi diversi che, passando dal jazz al rock più alternativo all’elettronica, si incontrano su un terreno comune che è quello del jazz contemporaneo e dell’improvvisazione. Kings Of Fire è un progetto fondato nel 2012 da Jacopo Pierazzuoli (compositore, direttore e batterista) e che vede sul palco anche Achille Succi (sax alto/clarinetto basso), Silvia Bolognesi (contrabbasso) e Carlotta Limonta (voce). Nasce un sound energico, a tratti crudo ma che tende sempre a mantenere un la vitalità e il calore del Jazz.

Il disco si compone di sette pezzi originali, ognuno con un carattere proprio ben delineato. Questo avviene tramite una scelta timbrica ben definita e un mood ogni volta diverso. I pezzi fanno parte però di un unico “discorso”. Insieme creano un percorso unico che ci porta dal primo all’ultimo senza mai perdere il filo conduttore che li lega assieme. Alla base di tutto il pensiero compositivo di Jacopo Pierazzuoli che, oltre ad essere il batterista, è il direttore, ma soprattutto il compositore del disco. Ogni pezzo è il risultato di anni di esperienza e sperimentazione in più ambiti musicali quali il rock, la musica elettronica, l’hardcore-metal e a molti altri generi underground fino ad arrivare al jazz. Questo fa si che ci sia una contaminazione fortissima oltre che nel modo di suonare anche nel modo di comporre e pensare la musica.

Gli strumenti impiegati sono i più classici del mondo del jazz quali il sax, il clarinetto basso, il contrabbasso, la batteria e la voce. Ma il mix di questi crea un suono molto più moderno ed energico rispetto al jazz “tradizionale”, a volte anche più crudo, senza mai perderne però il calore che lo contraddistingue. Spesso vengono usati riff di basso ossessivi, metriche inusuali, temi complessi, forti dissonanze e molta improvvisazione. Ma i temi sono sempre ricchi di melodia. La voce in particolare viene usata come un vero e proprio strumento che “suona” i temi e improvvisa come fosse un fiato. Infatti, non sono presenti testi in tutto il lavoro. in tutto il disco troviamo una grandissima ricchezza di suoni, colori e dinamiche che non lasciano mai cadere la tensione fino all’ultima nota.


Commento del compositore ai brani del disco
Il cd si apre con Seconds nel quale l’aggressività della voce, dallo sfondo, impatta la timbrica del brano. Il sound incisivo dell’ensemble si stempera e trova equilibrio nelle dinamiche del sax, accolte ed evidenziate dalla sezione ritmica;
in Fingers, voce e sax sono protagonisti di una melodia contrappuntistica, che crea tra loro un inseguimento, volto talora all’incontro, talora allo scontro. Contrabbasso e batteria partecipano al gioco ritmico: forniscono, o si divertono a togliere, ulteriori tasselli al complesso mosaico del brano;
è la ricerca sonora a generare Iris, brano atmosferico ed evocativo. Due strumenti antichi e distanti: gong e kalimba, suonati singolarmente o fisicamente uniti, a creare un terzo strumento sconosciuto. La dinamica bassa è un invito ad ascoltare con attenzione.
First Space crea un momento di distensione emotiva. L’adozione del ¾ dilatato per una melodia volutamente intellegibile, determina la scelta di un timbro più caldo e rotondo, cui tutti i musicisti si adeguano con docile naturalezza, secondo la voce del proprio strumento;
la tensione si riaccende con Kings Of Fire. Il riff ossessivo viene ripetuto e sviscerato nelle sue trasformazioni, fino a sciogliersi in una melodia più articolata. Nelle sue caratteristiche di densità ritmica come base ed input dell’interplay, nell’esecuzione dei temi così come negli assolo, il brano si fa manifesto del pensiero del compositore e, per questo, da il nome al suo progetto.
In After The Rain, poche note lunghe si sprigionano dal contrabbasso e chiamano l’intervento degli altri strumenti. Il brano è completamente a disposizione della ricerca di feeling tra i musicisti.
È forte l’impatto sonoro di Persia, che porta a culmine la climax del disco. Il suono caldo del legno, con il raffinato gioco di dinamiche, trova il suo alter ego nella potenza della sezione ritmica. Batteria e contrabbasso trascinano l’ensemble in assoli particolarmente passionali.

 

Classe 1984, Jacopo Pierazzuoli inizia a suonare all’età di 13 anni. Si è esibito su palchi esclusivi come Bluenote, Mito Settembre Musica, San Benedetto Festival, Alcatraz, Bloom, Alta Expo (Kiev), Monza Stadium, Freackstock, Moscow Arena, Moho Live (Manchester), Rescue Rooms (Nottingham). Ha suonato con Phil Minton feral choir e apre nel 2010 il concerto dei Black hole quartet. Studia e ha studiato con Tiziano Tononi, Giovanni Tommaso, Bruno Chevillon, Walter Donatiello, Massimo Manzi, Pandit Sankha Chatterjee. Nel progetto The kings of fire è affiancato dal sassofonista e clarinettista Achille Succi (Vinicio Capossela, Dave Liebman, George Russell, Kenny Wheeler, Steve Coleman, Carla Bley, Italian Instabile Orchestra), dalla contrabbassista Silvia Bolognesi (Enrico Rava, Fabrizio Bosso, Biagio Coppa, Hamid Drake, Butch Morris, D.Murray, Tiziana Ghiglioni, Maria Pia de Vito) e dalla cantante Carlotta Limonta (Creative jazz ensemble di Daniele Cavallanti, O-zone quartet, 2forEX.)

Track List

1 – Seconds

2 – Fingers

3 – Iris

4 – First space

5 – Kings off ire

6 – After the rain

7 – Persia

Personnel

Carlotta Limonta – voce

Achille Succi – sax, clarinetto basso

Silvia Bolognesi – contrabbasso

Jacopo Pierazzuoli – batteria, percussioni 

Recording Data

Prodotto da Gabriele Rampino by Dodicilune Edizioni

Label Manager Maurizio Bizzochetti

Registrato nel settembre 2012 da Dario Ravelli al Suonovivo di Bergamo

Foto di Massimo Facchinetti (Roots of Riot) e Giovanni Nardi