Artist: MARCELLO ROSA Album: THE WORLD ON A SLIDE Label: AlfaMusic Code: AFMCD236
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THE WORLD ON A SLIDE
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MARCELLO ROSA
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04 December 2020
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AFMCD236
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8032050020181
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Created on : 25 November 2020
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From: AlfaMusic
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Press Release
THE WORLD ON A SLIDE
Il jazz è sintesi, immediatezza, lampo di genio risolutore; non può sottostare a troppi cavilli e distinguo, e ha assoluto bisogno di swing e di quel pizzico di sana imperfezione che rede più umana la creatività…
…nasce proprio così, da un’esigenza maturata, ma per mezzo di un pensiero fugace, “The world on a slide”, un disco interamente dedicato al trombone che racchiude brani scritti e arrangiati da Marcello Rosa in una vita intera. Ad eseguirli alcuni tra i migliori trombonisti italiani in attivo nel panorama internazionale sia della musica jazz sia classica, affiancati da giovani talenti che con la coulisse in mano tentano ogni giorno di conoscere il mondo e raccontarlo. Un insieme di menti, sensibilità e suoni, pronti a reinterpretare e a dar vita al mondo musicale di Marcello, sempre nuovo e imprevedibile, perché “Il jazz è, soprattutto, l’espressione del proprio stato d’animo (di chi suona e di chi ascolta)” …ma anche di chi compone!!!
Il repertorio originale inserito nel disco, la maggior parte dei brani, è un viaggio attraverso i generi che hanno appassionato ed emotivamente guidato Marcello durante tutta la carriera fino ad oggi. Si parte con un tributo al grande Kid Ory e al jazz di New Orleans per proseguire con graffianti blues ed eleganti tempi di ballad, funky spregiudicati e scoppiettanti ritmi caraibici. I brani non originali, invece, sono semplicemente alcune tra le più belle melodie del repertorio jazzistico del XX secolo, pietre di paragone di ogni musicista, ripensate per la poliedrica voce del trombone.
Introdurre con poche parole i trombonisti che hanno accettato di far parte di questo progetto e che con energia ed entusiasmo vi si sono dedicati risulta davvero difficile, in quanto ogni loro curriculum riempirebbe pagine e pagine di questo libretto. Ma forse…i loro suoni e la loro musica sapranno presentarli meglio di tante parole ed io, convinta di questo, mi limito semplicemente ad elencare i loro nomi. Andrea Conti, I trombone dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, Luigino Leonardi, trombonista presso la Banda musicale dell’Aeronautica Militare, Gianfranco Marchesi, trombone basso dell’Orchestra sinfonica nazionale della RAI e il Quartetto italiano di tromboni, formato da Devid Ceste, secondo trombone dell’Orchestra sinfonica nazionale della RAI, Matteo De Luca, I trombone dell’orchestra della Suisse Romande di Ginevra, Diego Di Mario, I trombone presso l’Orchestra sinfonica nazionale della RAI e Vincent Lepape, I trombone dell’Orchestra del Teatro Regio di Torino. Questi sono i nomi “rubati” al mondo della musica classica. Accanto a loro, alcuni tra i trombonisti più affermati nel jazz a livello internazionale: Andrea Andreoli, Mario Corvini, Massimo Morganti e Roberto Rossi. Accompagnano i big in questa avventura i giovanissimi e brillanti Stefano Coccia, Elisabetta Mattei, Federico Proietti e il G.E.F.F. Trombone Quartet, composto da Giovanni Dominicis, Francesco Piersanti, Eugenio Renzetti e Gabriele Sapora. Laddove richiesto dagli arrangiamenti, la sezione ritmica è affidata a Paolo Tombolesi al pianoforte, Luca Berardi e Roy Panebianco alla chitarra, Marco Siniscalco al contrabbasso e basso elettrico, Cristiano Micalizzi alla batteria e Filippo La Porta alle percussioni.
Insomma…un coro a più voci, con delle cose in comune: l’amore per la bella musica e uno strumento in mano, per rappresentare con diversi colori una vita musicale variopinta, quella di Marcello…Una vita che grazie alla coulisse e al jazz scivola leggera, senza bisogno di troppe spiegazioni…The world on a slide è tutto ciò che serve per afferrarla!
Beatrice Di Mario
Questo mio piccolo e timido intervento non ha nessuna pretesa se non quella di cercare di trasmettere il piacere e l’entusiasmo che ho messo nel ricoprire un ruolo organizzativo in questa magnifica avventura.
Tutto nasce in un giorno di terribile afa romana della scorsa estate. Per digerire uno di quei pranzi che si fanno di solito con Marcello, veloci ma sempre rassicuranti, Federico ed io andiamo nel suo appartamento, nella stanza dove parlano i ricordi.
Lì, circondati dall’olimpo del jazz appeso alle pareti, ci mettiamo a parlare di musica, di vita, di delusioni ma soprattutto di sogni.
In un istante capiamo che Marcello ha un desiderio che dura da una vita intera: incidere un disco di soli e tanti tromboni. Ci siamo guardati e, con quel pizzico di incoscienza che caratterizza la spensieratezza e che forse in fondo ci rappresenta, abbiamo detto: “Facciamolo!”.
Marcello ha subito cominciato a fare un elenco di nomi che avrebbe voluto al suo fianco ed abbiamo subito iniziato a pensare ai brani. Il disco sembrava già pronto, già lì nelle nostre mani. Le settimane immediatamente successive a questa eccitante decisione sono state settimane di vero e proprio reclutamento. Abbiamo contattato pian piano tutti – devo ammettere con la paura che qualcuno avrebbe potuto rifiutare incredulo del progetto presentato da un ragazzo sì ambizioso, ma sconosciuto e inesperto come me. Quasi magicamente tutto è andato nel verso giusto e, passo dopo passo, in un vorticoso effetto domino, tutti hanno accettato. Da tutta Italia – e non solo - si è viaggiato con macchine, treni ed aerei, ognuno strumento in spalla. Ogni musicista ha donato un pezzo del proprio talento e della propria professionalità per il sogno di un uomo che mantiene vivo in se ancora quell’incredulità e quella vivacità che caratterizzano un ragazzo.
E’ passato ormai quasi un anno da quel giorno di caldo insopportabile. Sono stati mesi di duro lavoro, personale e di squadra. Abbiamo addirittura attraversato una pandemia mondiale. Ma il progetto ha reto alla prova. Ci sono stati giorni di euforia e giorni di sconforto, sempre però accomunati da un sentimento di condivisione e di ricerca della bellezza.
Potrei scrivere altre mille parole, aneddoti e sensazioni che mi hanno accompagnato in questo lungo ed intenso periodo ma sarebbero superflue e, forse, preferisco tenere tutto in uno cassetto nascosto e protetto come un intimo ricordo.
Posso solo concludere dicendo che per me è stato un onore ed un immenso piacere aver lavorato per veder realizzato il sogno di un amico, un maestro, un mito, un consigliere, a volte perfino “allievo” e, non me ne voglia, il nonno che non ho…Marcello Rosa.
Eugenio Renzetti
GUIDA ALL'ASCOLTO:
1) Toledo (Marcello Rosa): Eugenio Renzetti, Elisabetta Mattei, Stefano Coccia, Federico Proietti (tromboni)
solisti: Mario Corvini, Andrea Andreoli, Massimo Morganti
L’onore delle prime note spetta ad Eugenio Renzetti, senza il quale – tra l’altro – questo cd non esisterebbe. Tocca poi ad Elisabetta Mattei che con un groove decisamente grintoso introduce il tema. Dopo di che arrivano i soli e qui, bisogna salire sull’ascensore che ci porta all’Empireo. Nell’ordine: Mario Corvini, Andrea Andreoli e Massimo Morganti.
N.B. Toledo è nato per sbaglio: volevo trovare un’armonizzazione diversa da utilizzare per When The Saints… Per prima cosa provai a suonarlo in un inusuale LA maggiore, tanto per evitare facili tentazioni. Al primo cambio, invece del canonico MI settima ci schiaffai un bel SOL settima e a quel punto scattò l’illuminazione: la melodia mi riportava sull’accordo di LA poi sul SI bemolle e ancora LA. Il tutto però aveva acquistato un sapore spagnoleggiante (non in senso mortoniano) quasi…flamenco, che poco aveva a che fare con il celebre classico e perciò dopo aver avuto la tentazione di intitolarlo The Spanish Saints, cambiai idea e struttura e lo feci diventare un blues, inventandomi un tema ascendente che galleggiasse sulle nuove armonie. Nacque così Toledo.
P.S. Se il brano vi intrigasse particolarmente cercate la versione che ne fece Frank Rosolino nel 1973.
2) Autumn Leaves (Joseph Kosma/arr. Marcello Rosa): Eugenio Renzetti, Stefano Coccia, Elisabetta Mattei, Federico Proietti (tromboni) plus Marcello Rosa solista Massimo Morganti
A dimostrazione di come uno standard abusatissimo possa – volendo – riservare nuove sorprese e stimoli. Protagonista assoluto Massimo Morganti (le otto battute con la “cup” sono mie).
3) Bluestrano (Marcello Rosa): Luigino Leonardi, Elisabetta Mattei, Stefano Coccia Federico Proietti (tromboni)
solista Mario Corvini
E’ appena strano questo blues, ma non certo per Mario Corvini che lo suona proprio come lo suonerei io se sapessi suonare come sa suonare lui…grazie Mario. Quanto ti invidio!
4) W Gordon (Marcello Rosa): Luigino Leonardi, Eugenio Renzetti, Stefano Coccia Federico Proietti (tromboni)
plus Marcello Rosa solista Andrea Andreoli
W Gordon che va letto come Viva Gordon! È dedicato a Wycliffe Gordon, uno dei più dirompenti trombonisti contemporanei. Lo conobbi tanti anni fa quando, giovanissimo, suonava con Wynton Marsalis in una serata estiva al Ninfeo di Valle Giulia a Roma. L’atmosfera, la location e la musica erano paradisiache. Il pezzo è affidato, a ragion veduta, ad Andrea Andreoli. (I balbettii con la plunger sono miei!)
5) Southern ballad (Marcello Rosa): Eugenio Renzetti (trombone), Marcello Rosa (pianoforte), Roy Panebianco (chitarra)
solista Roberto Rossi
Sono un disordinato cronico e gestire la realizzazione di un cd così sui generis non è stato semplice per chi come me ha nei confronti della tecnologia sentimenti non proprio benevoli (ricambiati). Spesso poi succede che le cose alle quali uno tiene particolarmente non vadano come dovrebbero andare (lo diceva anche Ellington). E’ il caso di questa ballad: mi ero reso conto che l’arrangiamento che avevo preparato su misura per me non andava, o forse non andavo io…era tardi, i musicisti previsti se ne stavano andando…cambiai tonalità, riscrissi la melodia e istruii ben bene Eugenio su come avrebbe dovuto interpretarla, per fortuna lui fece, poi, di testa sua. Convinsi Roy Panebianco ad accorrere con la sua chitarra, mi misi al pianoforte e registrammo la base. Nel frattempo Eugenio aveva contattato Roberto Rossi a Rimini preannunciandogli da parte mia l’arrivo del file con lo spazio previsto per un’improvvisazione. Roberto, seppur sorpreso, senza obiezioni inviò poco dopo il suo assolo. In maniera del tutto surreale e in un men che non si dica il pezzo era chiuso… meraviglioso! Non c’è altro da dire.
6) Il ladro di noccioline (Marcello Rosa): Eugenio Renzetti, Elisabetta Mattei, Stefano Coccia, Federico Proietti (tromboni)
plus Filippo La Porta (percussioni), Luca Berardi (chitarra)
solisti Massimo Morganti, Mario Corvini, Andrea Andreoli
Evidentemente ispirato al celebre The peanut vendor. Il ladro… è una sorta di collettivo orgiastico sonoro reso tale grazie anche al contributo fra l’erotico e l’esotico delle percussioni di Filippo La Porta. Troverete probabilmente interessante confrontarlo con l’ultimo brano in scaletta che proviene da un mio provino fatto nel lontano 1980 (l’arrangiamento è identico).
7) Hamptoniana (Marcello Rosa): Luigino Leonardi, Elisabetta Mattei, Stefano Coccia, Federico Proietti (tromboni)
solisti Massimo Morganti, Andrea Andreoli
Anche questo brano risale alla situazione precedente. Il titolo deriva dai cognomi Hampton e Piana, e lo immaginai come un vero e proprio duello: il risultato fu entusiasmante, ma all’epoca nessuno si prendeva la briga di registrare cose del genere… Qui si danno battaglia Massimo e Andrea.
8) Tribute to Kid (Marcello Rosa): QUARTETTO ITALIANO DI TROMBONI & Francesco Piersanti
Dedicato a Edward “Kid” Ory (Laplace 1886 – Onolulu 1973) è un tema che ho costruito assemblando alcune frasi tipiche di questo grande protagonista del primo jazz. In passato suonavo spesso questo “tributo” (in versione trombone – pianoforte) in occasione di seminari o esibizioni didattiche, sforzandomi di eseguirlo alla sua maniera: una curiosità magari interessante, ma artisticamente nulla dal momento che nel jazz l’imitazione non ha alcun significato. Per questa versione perciò, ho volutamente scelto dei musicisti accademici del tutto ignari del “personaggio Ory”. Ne è venuto fuori un sorprendente esempio di musica brillante fine Ottocento, festaiola, bandistico – circense, da “gazebo in un parco pubblico”… Non è improbabile pensare che atmosfere del genere possano, a suo tempo, aver influenzato il piccolo Edward al punto di farlo diventare - ormai Kid – il Padre di tutti i trombonisti Jazz!
9) Medley: Il contadino allegro, The Preacher, The Sinner (Robert Schumann, Horace Silver, Marcello Rosa, arr. Marcello Rosa): QUARTETTO ITALIANO Di TROMBONI solista Eugenio Renzetti
Da bambino (ho cominciato a studiare il piano a cinque anni) mi piaceva molto suonare il Contadino Allegro, un pezzo facile, molto ritmico e di grande effetto – specialmente per il mio pubblico domenicale di genitori, nonni, zii e cuginetti! Del jazz all’epoca non conoscevo nemmeno il termine. Anni dopo, quando del jazz sapevo ormai tutto, si fa per dire, ascoltai un disco di Horace Silver contenente The Preacher un brano che aveva molte analogie con il “Contadino”; solo recentemente ho scoperto l’arcano: negli Anni ’60 (più o meno a cento anni dalla morte di Schumann) andava in onda in America una trasmissione televisiva dedicata agli agricoltori, la cui sigla era proprio il Contadino Allegro. Anche qui, non è improbabile dedurre che il ripetuto ascolto della sigla abbia influito sulla vena compositiva di Silver al punto da giustificare certe curiose assonanze che nella mia traduzione per tromboni, appaiono più che evidenti. Altrettanto ho fatto io scopiazzando poi il “Predicatore” che, nella mia versione è diventato il “Peccatore”!
Insomma, se Schumann avesse fatto un viaggetto a New Orleans il jazz – forse – sarebbe nato prima!
Personalmente è stata una grande soddisfazione aver ottenuto l’adesione e la collaborazione di musicisti che normalmente ammiro nei concerti di musica classica trasmessi nel piccolo schermo e che mai avrei creduto al mio fianco in questa folle avventura. Grazie.
10) What are you doing in the rest of your life (Michel Legrand, arr. Marcello Rosa): QUARTETTO ITALIANO DI TROMBONI & Gianfranco Marchesi
Roma, ottobre ’76.
In quel tempo un sogno, che già sognare sarebbe stato azzardato, si tramutò in realtà. Da lunedì 18 a sabato 23, il grande Slide Hampton, l’erede di J.J.Johnson, avrebbe suonato al Music Inn con il suo gruppo (quattro tromboni più ritmi) e il sottoscritto aveva naturalmente prenotato un posto in prima fila per i sei concerti. Le prime due serate furono sconvolgenti: non avevo mai sentito un sound più emozionante, armonizzazioni così raffinate, improvvisazioni affascinanti, tecnica cristallina, potenza sonora, etc… e dire che di grande jazz ne avevo ascoltato!
Arrivò il terzo giorno: c’era la fila per entrare (si era sparsa la voce!), all’ingresso del club il patron in persona e cioè il Principe Pignatelli di Aragona Cortez, che fungeva anche da buttadentro e buttafuori, appena mi vide arrivare mi apostrofò col suo aulico romanesco urlando “a Marcè, cori a mettete a sede, sinnò te fregheno er posto!” concludendo poi con un sibillino “dopo parlamo!”.
Dopo, parlammo: Pepito (il Principe) mi disse che quel giorno aveva invitato Slide a pranzo a casa sua e, al momento del caffè (molto corretto come si usava in casa Pignatelli) aveva – con apparente distacco – messo su un disco a far da sottofondo…il brano però, era stato scelto con un preciso scopo (vedi, a volte, i veri amici). Si trattava della mia versione di una composizione di Enrico Pieranunzi Three Out, una delle poche cose decenti che credo di aver fatto in vita mia. Slide si era dimostrato molto interessato chiedendo chi fosse il trombonista in questione. Saputo il nome, Slide disse di aver già sentito parlare di me da Bobby Burgess (ex primo trombone di Stan Kenton e Woody Herman) che aveva suonato un anno prima – ottobre ’75 – proprio con me al Music Inn. Vedi un po’ le combinazioni! Morale: date queste favorevoli premesse, era venuta naturale a Pepito l’idea di proporre a Hampton di rimanere anche la settimana successiva ospite del mio gruppo. Senza aspettare la mia risposta – ero in evidente stato confusionale – Pepito mi trascinò davanti a Slide che si stava rilassando dopo il concerto, ci furono le presentazioni di rito (una calorosa stretta di mano) e dato che nessuno di noi due parlava la lingua dell’altro, a gesti e mugolii vari ci mettemmo d’accordo per le prove: domenica, giorno di riposo del club, dalle 15 in poi ad oltranza…con pizza finale. Grazie Pepito!
Tornato a casa e in quel rimasuglio di notte scrissi l’arrangiamento di questo What are….(nel titolo, che è anche una domanda, c’è anche la risposta!). In questo brano solo la “corona” è, per onor di firma, suonata da me.
11) Moon River (Henry Mancini, arr. Marcello Rosa - Paolo Tombolesi): GEFF TROMBONE QUARTETT solista Andrea Conti
Altro momento magico di questa session è stato affidato ad Andrea Conti, amico e meraviglioso musicista che con un semplice “Perché no?!” ha accettato di prendere parte a questo incontro trombonistico. Basterebbe ascoltare il finale di questo brano per apprezzare quanto questo meeting sia stato un vero e proprio incontro al vertice.
12) Easy to love (Cole Porter/arr. Marcello Rosa): solisti Gianfranco Marchesi, Federico Proietti
Il suono del trombone basso è decisamente affascinante. Pregustando l’effetto ho goduto come un pazzo mentre scrivevo questo arrangiamento per due tromboni bassi, e ho goduto come un savio quando l’hanno registrato Gianfranco e Federico. Wow!
13) 14 Febbraio (Marcello Rosa): GEFF TROMBONE QUARTETT, Luca Berardi (chitarra)
solisti Luigino Leonardi, Marcello Rosa, Mario corvini
E’ la data che celebra San Valentino. Spero, naturalmente, che l’ascolto di questo brano non sia limitato soltanto a quel giorno! Protagonista assoluto qui è Luigino Leonardi, un trombonista innamorato dello strumento come pochi: la sua interpretazione è un modello di maschia dolcezza. Il battibecco finale fra Mario Corvini ed il sottoscritto, che va pian piano in dissolvenza, nessuno saprà mai come è andato a finire veramente!
14) The world on a slide (Marcello Rosa): Luigino Leonardi, Elisabetta Mattei, Stefano Coccia, Federico Proietti
solista Andrea Andreoli
Come brano di chiusura abbiamo scelto quello che da anche il titolo a questa compilation. Spero che il suo significato e il perché di questo lavoro sia chiaro a tutti. Grazie per l’attenzione e per l’ascolto.
BONUS TRACKS:
15) Missy Magnolia Lee (Marcello Rosa) - registrazione del giugno 1974
Marcello Rosa tromboni (sovraicisione), Enrico Pieranunzi pianoforte, Alessio Urso contrabbasso, Gegè Munari batteria
16) Il ladro di noccioline (Marcello Rosa) - registrazione del 1980 Marcello Rosa tromboni (sovraincisione), Daniele Cestana pianoforte, Nanni Civitenga chitarra/chitarra basso, Enzo Restuccia batteria
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I really enjoyed listening to this CD especially Moon River. Wonderful playng from all the great Italian players. Compliments to Marcello Rosa the arranger. I highly recommend this recording.
Joseph Alessi
Principal Trombone NY Philarmonic
"Never look at the trombones: it only encourages them". La frase, variamente attribuita a due Richard - Strauss e Wagner - racconta un pezzo di storia di uno strumento, Il trombone appunto, il quale, mal sopportato nelle orchestre classiche
ha saputo ritagliarsi nel jazz un ruolo dominante, sia da solista che in sezione. In un progetto, come sempre sorprendente, Marcello Rosa colloca la poderosa compagine trombonistica in ogni altrove possibile, indicando orizzonti e prospettive, declinando sonorità inedite, ribaltando convenzioni e punti di vista. Un disco, insomma, che nella sua concretezza inattaccabile è talmente visionario da lasciare stupefatti. E solo lui, Marcello Rosa, inventore di mondi (im)possibili, poteva pensarlo e realizzarlo. Parafrasando Eggers, è l'opera struggente di un formidabile genio.
Vincenzo Martorella
Track List
1 | Toledo | 3:33 |
2 | Autumn Leaves | 4:22 |
3 | Bluestrano | 2:51 |
4 | W Gordon | 3:08 |
5 | Southern Ballad | 3:03 |
6 | Il ladro di noccioline | 4:00 |
7 | Hamptoniana | 3:10 |
8 | Tribute to Kid | 1:12 |
9 10 | Medley Il Contadino Allegro, The Preacher, The Sinner What Are You Doing the Rest of Your Life | 1:42 2:27 |
11 | Moon River | 2:57 |
12 | Easy to Love | 1:36 |
13 | 14 Febbraio | 3:31 |
14 | The World on a Slide | 2:38 |
15 | BONUS TRACKS Missy Magnolia Lee |
1:47 |
16 | Il ladro di noccioline | 3:11 |
Total time 45:44
Publishing AlfaMusic Studio (Siae)
Personnel
Produzione artistica: Marcello Rosa, Eugenio Renzetti, Federico Proietti
Coordinamento di produzione: Fabrizio Salvatore
Andrea ANDREOLI, trombone
Devid CESTE, trombone
Stefano COCCIA, trombone
Andrea CONTI, trombone
Mario CORVINI, trombone
Matteo DE LUCA, trombone
Diego DI MARIO, trombone
Giovanni DOMINICIS, trombone
Vincent LEPAPE, trombone
Luigino LEONARDI, trombone
Gianfranco MARCHESI, trombone basso
Elisabetta MATTEI, trombone
Massimo MORGANTI, trombone
Francesco PIERSANTI, trombone basso
Federico PROIETTI, trombone basso
Eugenio RENZETTI, trombone
Marcello ROSA, trombone
Roberto ROSSI, trombone
Gabriele SAPORA, trombone
Paolo TOMBOLESI, pianoforte
Luca BERARDI, chitarra
Roy PANEBIANCO, chitarra
Marco SINISCALCO, c.basso e basso el.
Cristiano MICALIZZI, batteria
Filippo LA PORTA, percussioni
Introduzione: Beatrice Di Mario
Note ai brani: Marcello Rosa
Foto di copertina e foto del libretto: Maurizio Sabatini
Questo lavoro è stato possibile grazie al contributo delle associazioni Amici del Museo di Poggio Mirteto e Filarmonica Sabina “Foronovana”, che operano entrambe a livello culturale sul tutto territorio sabino.
Il rapporto con Marcello Rosa è nato grazie alla sua partecipazione alla serata dedicata ai Sacred Concert di Duke Ellington nella giornata conclusiva della XIV edizione della Settimana Musicale Mirtense, festival che
vanta la collaborazione, negli anni, di alcuni tra i più importanti musicisti della scena itnternazionale.
Recording Data
Registrazioni: Forward Studios (Grottaferrata)
Tecnici del suono: Alessandro Guardia, Stefano Quarta
Registrazioni, Missaggi e Mastering:
AlfaMusic Studio (Roma)
Tecnico del suono: Alessandro Guardia
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