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Artist: Donatello D'Attoma Album: ONENESS Label: Dodicilune Code: ED434
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ONENESS
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Donatello D'Attoma
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06 March 2020
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ED434
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8033309694344
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Created on : 17 January 2020
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From: Dodicilune
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Press Release
Prodotto da Dodicilune, distribuito in Italia e all’estero da Ird e nei migliori store on line da Believe Digital, venerdì 6 marzo esce Oneness di Donatello D’Attoma. Affiancato da Alberto Fidone al contrabbasso e da Enrico Morello alla batteria, il pianista pugliese propone sette composizioni originali - Fluorescent Light, Oneness, Crazy Elevator (Collision Point), Vortex Of Light Particles, Mare Bianco, Clarity e Purple Sunset - e Coming On The Hudson di Thelonious Monk.
Purtroppo sono annullate a data da desinarsi, per l'emergenza Coronavirus, le varie date di presentazione previste - Casa del Jazz di Roma (6 marzo), Torino Jazz Club (11 marzo), Moulinsky di Milano (12 marzo), Duke Jazz Club di Bari (13 marzo), Andria Jazz (14 marzo), Associazione Bud Powell di Maglie, in provincia di Lecce (15 marzo), Galleria d’Arte “Quam" di Scicli (18 aprile) e Art Tatum Jazz Club di Palermo (19 aprile).
Purtroppo sono annullate a data da desinarsi, per l'emergenza Coronavirus, le varie date di presentazione previste - Casa del Jazz di Roma (6 marzo), Torino Jazz Club (11 marzo), Moulinsky di Milano (12 marzo), Duke Jazz Club di Bari (13 marzo), Andria Jazz (14 marzo), Associazione Bud Powell di Maglie, in provincia di Lecce (15 marzo), Galleria d’Arte “Quam" di Scicli (18 aprile) e Art Tatum Jazz Club di Palermo (19 aprile).
«Donatello D’Attoma fa parte di quel gruppo di giovani jazzisti europei per i quali la tradizione americana deve, oggi, necessariamente incontrarsi con il retaggio culturale del vecchio continente che, per lui, significa la musica eurocolta, studiata al pari di quella jazzistica», sottolinea nelle note di copertina Maurizio Franco, musicologo, saggista, responsabile didattico dei Civici Corsi di Jazz di Milano e docente ai Conservatori di Parma e Como. «L’ascolto dell’album, realizzato con altri due affermati talenti della scena nazionale contemporanea, evidenzia la linea scelta dal pianista, nella quale la dimensione cameristica fa capolino in tutte le composizioni, che sono il frutto di un modo di scrivere comunque proiettato nella performance, pensato quindi per essere sviluppato dai tre componenti di un gruppo che agisce in perfetta unità, facendo circolare la musica tra gli strumenti con un equilibrio che è il prodotto attuale del processo messo in moto da Bill Evans e Scott La Faro alla fine degli anni cinquanta», prosegue. «Una coralità d’intenti che richiede anche un pensiero comune svincolato dalla logica individualistica, quando non addirittura agonistica, che ancora permane nell’universo del Jazz. E se Evans è indubbiamente un artista studiato da D’Attoma, il suo rigoroso controllo di tutti i parametri musicali, la sobrietà del linguaggio, assolutamente essenziale, ci fanno avvertire l’ombra di Satie, le sue melodie scolpite nel marmo, unitamente al minimalismo, anzi, a quella dimensione minimale che ritroviamo nell’uso di moduli costruiti su cellule tematico-ritmiche, divisi in sezioni dall’armonia senza sviluppo. Armonia che, contrariamente al determinismo di scuola Bop, assume una funzione prettamente coloristica, svincolandosi dal ruolo di alveo nel quale far scorrere le linee melodiche. Nel percorso della musica, questo modello compositivo non è l’unico presente perché si lascia spazio anche a un’altra maniera di pensare i brani, decisamente più aperta e timbricamente evanescente, fatta di rifrazioni sonore, di sottili risposte collettive che interessano anche le dinamiche, i pieni e i vuoti, lo spazio sonoro nel suo complesso e ricordano l’arte del preludio a cui, parafrasando Jankelevitch quando scrive di Debussy, non seguirà alcun discorso», continua Franco. «La costruzione dell’album pone questi pezzi in costante dialogo con gli altri, in una progressione che assume un preciso senso narrativo, coniugando l’affermazione precisa alla sua astrazione filosofica, sempre ponendo al centro l’importanza del fare musica insieme, inscindibilmente legata all’estetica del jazz. Quanto alla presenza in repertorio di Monk, assume un significativo valore poiché trasforma una pagina estremamente caratterizzata in qualcosa di differente, nella quale si utilizzano gli stessi canoni poetici che ritroviamo nei brani originali, che dimostrano come si possa guardare da un’angolazione europea il mondo assolutamente africano americano del grande artista. Anche questo dimostra che con D’Attoma ci troviamo di fronte a un artista coerente e dalla precisa visione estetica, perfettamente illustrata in questa preziosa opera».
Donatello D’Attoma, nato nel 1983 a Conversano, nel 2005 consegue il diploma di “Organo e composizione organistica” al conservatorio di Monopoli (BA) e nel 2011 la laurea specialistica in Musicologia a Cremona. Nello stesso anno inizia un lungo percorso di formazione sul jazz prima a Cremona con Roberto Cipelli e poi a Torino con Dado Moroni, Furio di Castri ed Emanuele Cisi. Vanta un’intensa carriera concertistica in Italia e all’estero che lo porta a collaborare con grandi musicisti italiani e stranieri tra cui Daniele Di Bonaventura, Marco Tamburini, Giovanni Falzone, Emanuele Cisi, Amedeo Ariano, Bjorn Vidar Solli, Vladimir Kostadinovic, Domenico Caliri, Cinzia Eramo e altri. Ha suonato nei principali club e festival italiani e internazionali - Umbria Jazz Festival, JazzUp Festival (Viterbo), Jazz Set Festival (Acquaviva delle Fonti), Etang D’Art Festival (Marsiglia), Otranto Jazz Fest, Jazzit Festival (Terni), Alburni Jazz Festival, Jonio Jazz Fest (Taranto), Unesco in Jazz Festival (Alberobello), Blue Note (Milano), Alexander Platz (Roma), Teatro Van Westerhout (Mola di Bari), Biella Jazz Club, Alessandria Jazz Club, Club1799 (Acquaviva delle Fonti), Taranto Jazz Club, Lacontessa Jazz (Avellino), Caltagirone Jazz Club, Casa delle Arti (Conversano), Bflat Jazz Club (Cagliari); Teatro Piccolo Milano, BFlat Jazz Club (Berlin), Cargo Jazz Fest (Dortmund); Kozlov Jazz Club (Mosca); S.Petersburg Jazz Club (San Pietroburgo), Alessandria Jazz Club (Alessandria); Torino Jazz Club e tanti altri. Nel 2012 partecipa ai seminari di arrangiamento di Chieti in Jazz con Bruno Tommaso e Roberto Spadoni e vince una Borsa di Studio. Nel 2016 SIAE gli conferisce una Borsa di Studio per frequentare un corso di alta formazione musicale all’estero. Lo stesso anno si trasferisce a Berlino. Nell’ambito della ricerca e degli studi musicologici sul processo improvvisativo ha collaborato con la SIdMA e con al casa editrice bolognese Ut Orpheus curando la revisione e l’edizione critica di alcuni autografi del novecento musicale italiano. Dal 2018 è membro del G.A.T.M., gruppo italiano di ricerca di analisi e teoria musicale. Nello stesso anno ha partecipato al Convegno Internazionale di Teoria e Analisi Musica di Rimini presentando uno studio di ricerca sul fenomeno della citazione nel jazz. Ha all’attivo quattro produzioni discografiche a suo nome: Logos (Push in recors, 2010), Watchdog (Jazz Engine Rec, 2014), Shemà (Alfa Music, 2016), Kodex ( D’Attoma/Bonuccelli, 2019).
Classe 1978, Alberto Fidone, dopo un percorso di studi classici sotto la guida del M° Nello Nicotra, che lo porta a diplomarsi in contrabbasso nel 2004 e a conseguire nel 2007 la laurea specialistica in discipline musicali ad indirizzo Interpretativo-Compositivo con il massimo dei voti, decide di dedicarsi totalmente al jazz. Allo studio classico ha affiancato da sempre lo stu- dio del basso elettrico e del contrabbasso nella musica moderna. Infine nel 2010 ha conseguito la Laurea in Jazz con il massimo dei voti, la lode e menzione, presso il conservatorio “A. Corelli” di Messina. La sua attività artistica si muove dalla musica classica all’etnico, dal pop al jazz e ciò si ritrova nella sua discografia, sia al contrabbasso che al basso elettrico. È stato primo contrabbasso di diverse orchestre siciliane, ha collaborato con l’Orchestra Filarmonica del Teatro Massimo di Catania ed è apprezzato contrabbassista in gruppi da camera affrontando repertori che spaziano dal barocco alla musica del ‘900. Collabora con i maggiori musicisti jazz siciliani e non solo. Nel 2005 vince con “The Bellini Jazz Quintet” il Premio Nazionale delle Arti, categoria jazz. Attualmente insieme a Peppe Tringali e Seby Burgio è impegnato in un progetto di musiche originali confluite in un disco uscito nel 2011 per Abeat Records. Con questo trio hanno già avuto larghi consensi, sono stati finalisti all’European Jazz Contest, vincitori del premio “Pippo Ardini”, del Concorso Nazionale Città di Treviglio - Nuovi Talenti Jazz organizzato da Jazz Club Bergamo, Premio Musicale “Paolo Randazzo”, Concorso Musicale Europeo Città di Filadelfia - Premio Spe- ciale “Paolo Serrao”, Baronissi Jazz Contest e Barga Jazz Contest. Inoltre loro tre costituiscono la sezione ritmica dell’Orchestra Jazz Del Mediterraneo (di prossima uscita un disco con Paolo Fresu). Collabora regolarmente con Fabrizio Bosso, Gegè Telesforo, Mario Venuti e Daniela Spalletta. Ha suonato con: Andrea Beneventano, Seby Burgio, Giovanni Mazzarino, Dino Rubino, Riccardo Zeg- na, Peppe Arezzo, Francesco Cafiso, Maurizio Giammarco, Javier Girotto, Rosario Giuliani, Max Ionata, Orazio Maugeri, Michael Rosen, Pietro Tonolo, Scott Aruda, Franco Cerri, Giuseppe Mirabella, Paolo Sorge, Sergio Amato, Nicola Angelucci, Tony Arco, John Arnold, Stefano Bagnoli, Mimmo Cafiero, Massimo Manzi, Peppe Tringali, Jenny B, Rossana Casale, Barbara Casini, Gae- tano Riccobono, Cinzia Spata, Gegè Telesforo, Manuela Villa. E con l’Orchestra Jazz del Mediter- raneo: Fabrizio Bosso, Enrico Rava, Maurizio Giammarco, Roberto Rossi, Barbara Casini, Paolo Silvestri. Apprezzato docente di basso elettrico e contrabbasso, nonché di armonia ed elementi di composizione, grazie all’esperienza maturata in 15 anni d’attività didattica.
Enrico Morello, nato a Roma nel Febbraio del 1988, Enrico si avvicina precocemente alla musica ed inizia a dedicarsi allo studio della batteria a 9 anni. La sua formazione segue un lungo percorso che inizia ufficialmente nella Scuola Popolare di Musica di Testaccio in Roma e culmina nel biennio di alto perfezionamento In.Ja.M. di Siena, all’interno del quale ottiene pieni riconoscimenti ed una borsa di studio completa per l’intera durata del corso. Negli anni della sua formazione, Enrico, ha modo di approfondire lo studio dello strumento con alcuni fra i più illustri musicisti e docenti internazionali, fra i quali: John Riley, Greg Hutchinson, Eric Harland, Adam Nussbaum, Ferenc Nemeth, Ben Perowsky. Dal 2014 è un elemento fondante del quartetto di Enrico Rava con il quale porta avanti una lunga e proficua attività concertistica internazionale suggellata dall’incisione di un disco, Wild Dance, per l’etichetta internazionale ECM. Sono numerose le formazioni che lo vedono protagonista sulla scena del jazz italiano, a partire dal trio di Alessandro Lanzoni, il quartetto ed il sestetto di Francesco Ponticelli, l’organ trio Syncotribe di Maurizio Giammarco, gli Yellow Squeeds di Francesco Diodati, il trio Andymusic di Manlio Maresca, fino ad assidue collaborazioni con Francesco Cafiso o il progetto Around Tuk e Clorofilla di Paolo Fresu e molti altri. Sono molteplici anche le esperienze internazionali di rilievo. Già in veste di studente, nel 2010, fu selezionato fra i migliori giovani allievi dell’In.Ja.M. per partecipare al Panama Jazz Festival e ad un tour negli Stati Uniti quale componente del sestetto di rappresentanza all'interno di un programma di scambio con il Berklee Global Jazz Institute di Boston, il New England Conservatory, il Conservatorio di Porto Rico e il Conservatorio Superiore di Parigi. Dal 2018 è impegnato, oltre alla sua principale attività di musicista professionista, come docente di strumento e musica d’insieme al triennio universitario presso l’Accademia Nazionale del Jazz - Siena Jazz University.
L’etichetta Dodicilune è attiva dal 1996 e dispone di un catalogo di oltre 250 produzioni di artisti italiani e stranieri. Distribuiti nei negozi in Italia e all'estero da IRD, i dischi Dodicilune possono essere acquist ati anche online, ascoltati e scaricati su una cinquantina tra le maggiori piattaforme del mondo grazie a Believe Digital. Info e catalogo su www.dodiciluneshop.it
Oneness Tour // RINVIATO
6/03 ROMA - Casa del Jazz
11/03 TORINO - Torino Jazz Club
12/03 MILANO - Moulinsky
13/03 BARI - Duke Jazz Club
14/03 ANDRIA (BA) - Andria Jazz
15/03 MAGLIE (LE) - ASS. Bud Powell
18/04 SCIGLI (RG) - Galleria d’Arte “Quam"
19/04 PALERMO - Art Tatum Jazz Club
19/04 PALERMO - Art Tatum Jazz Club
Track List
1 - Fluorescent Light2 - Oneness
3 - Crazy Elevator. (Collision Point)
4 - Vortex Of Light Particles
5 - Mare Bianco
6 - Clarity
7 - Purple Sunset
8 - Coming On The Hudson
All compositions by Donatello D’Attoma
except 8 by Thelonious Monk
Personnel
Donatello D’Attoma - pianoAlberto Fidone - double bass
Enrico Morello - drums
Recording Data
Produced by Donatello D’Attoma and Dodicilune, ItalyLabel manager Maurizio Bizzochetti (www.dodicilune.it)
Recorded January 2019 at Entropya Studio, Balanzano (Pg), Italy
Mixed March 2019 at Entropya Studio, Balanzano (Pg), Italy
Mastered March 2019 at Green Brain Studio, Siena, Italy
Sound engineer Stefano Bechini
Photos by Emilia De Leonardis
Paintings “Fiumara La Grande”, Fiumicino (Rm), Italy by Peri Helio, (http://periantio.blogspot.com/)
Contact: www.donatellodattoma.com
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