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Artist: Luigi Capotorti (1767 - 1842)     Album: MISERERE, ORE VOLUBILI, LA SOLITUDINE     Label: Dodicilune     Code: CFN653

MISERERE, ORE VOLUBILI, LA SOLITUDINE

  • MISERERE, ORE VOLUBILI, LA SOLITUDINE

  • Luigi Capotorti (1767 - 1842)

  • 23 July 2023

  • CFN653

  • 8059772566537

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  • From: Dodicilune

Press Release

Domenica 23 luglio (ore 20:30 – ingresso gratuito – info e prenotazioni info.capotortimusicfestival@gmail.com) nell’Auditorium Madonna della Rosa di Molfetta, la prima edizione del Capotorti Music Festival si conclude con la presentazione ufficiale, nel giorno dell’uscita, di “Miserere, Ore volubili, La solitudine”. Prodotto dall’etichetta salentina Dodicilune, nella collana Confini, in collaborazione con l’Associazione Luigi Capotorti e la Fondazione Pugliesi per la Musica, e distribuito in Italia e all’estero da Ird e nei migliori store online da Believe, il cd è il frutto della ricerca condotta da Nicola Petruzzella sulle opere di Luigi Capotorti (1767 - 1842), violinista e compositore molfettese esponente della scuola napoletana. Affiancato dai soprani Barbara Massaro e Anna Cimmarrusti e dal pianista Vito della Valle di Pompei, dopo circa duecento anni di oblio, il tenore e direttore artistico del Festival ripropone il Miserere (“Da te mio Dio”, “Sol contra te peccai”, “Ti fui caro allora”, “Non rivolgere il guardo”, “No, no scacciarmi”, “Farò palesi a cuori iniqui”, “Se i sacrifizi”, “Volgi a Sion lo sguardo” e “Allora si che gradirai”) e le due arie da camera Ore volubili e La solitudine con liriche di Giuseppe Saverio Poli (1746 - 1825). Fisico e naturalista al tempo di Ferdinando I di Borbone, lo scienziato e accademico molfettese non disdegnò negli ultimi due decenni della sua vita di accostarsi alla poesia.

«La musica di Luigi Giuseppe Capotorti abbraccia i generi più in voga tra la seconda metà del Settecento e l’inizio dell’Ottocento. Particolare rilevanza nell’opera del compositore molfettese ricopre la musica da camera», sottolinea Nicola Petruzzella. «Formatosi in ambiente napoletano, centro musicalissimo dell’epoca, Capotorti poté certamente misurarsi con compositori del calibro di Vincenzo Bellini, Gioachino Rossini e Gaetano Donizetti e con poeti e librettisti come Tottola e Schmidt. Tra Capotorti e Poli nacque, a Napoli, un grande intesa». L'attività compositiva riguardò essenzialmente il teatro d’opera, pur producendo molta musica sacra di notevole valore, «anche in virtù dei suoi impegni di maestro di cappella in importanti chiese e conventi napoletani», racconta Nicola Scardicchio nelle note di copertina. «Nel genere serio come in quello giocoso il successo arrise spesso alle opere del Capotorti per la fecondità dell’invenzione melodica e soprattutto per la felice scrittura vocale, essendo stato infatti eccellente maestro di canto. La vocazione teatrale si evince anche dall’analisi delle sue opere sacre. Tradizionalmente, fino alle strettoie controriformistiche ma anche dopo, la scrittura musicale non divergeva troppo radicalmente tra genere sacro e genere profano: fino a tutto il rinascimento i confini tra madrigale e mottetto (e v’erano mottetti profani, così come madrigali spirituali) non erano poi troppo delineati e definiti», prosegue. «Luigi Capotorti, come già si osservò ascoltando la Messa ottimamente restituita da Nicola Petruzzella, nelle sue composizioni sacre vivifica le sue opere con una scrittura in cui emerge la sapienza del musicista solidamente formatosi alla scuola napoletana in cui la severità degli studi di contrappunto si univa alla pratica quotidiana del lavoro musicale di ogni genere in ogni campo vocale e strumentale.  Nel Miserere emerge la personalità del compositore: fin dal primo numero Capotorti fa proprio il pathos dei versi del salmo penitenziale nella notevole traduzione del molfettese Giuseppe Saverio Poli. Evidentemente il musicista ha come modello il pergolesiano Stabat Mater: la scrittura per due voci soliste, con accompagnamento espressamente indicato come pianoforte nel manoscritto, si svolge con le parti vocali che si alternano e si fondono con grande efficacia ed espressività ed anche la scrittura decisamente belcantistica contribuisce all’efficacia dell’esito compositivo. Tutto il Miserere appare evidentemente come una pagina che si inserisce nel panorama della musica sacra del primo ottocento, in cui le radici settecentesche hanno già operato quella chiarificazione della scrittura musicale che è caratteristica dell’incipiente stile classico».

Il Miserere di Luigi Capotorti 
a cura di Nicola Scardicchio
Nicola Petruzzella continua nella sua meritoria opera di restituzione delle opere di Luigi Capotorti in edizione critica assai accurata. Il compositore (Molfetta 1767 - San Severo 1842) fu eccellente violinista ma soprattutto apprezzato compositore. Formatosi a Napoli, fu allievo di G. Millico e di G. Insanguine, ma soprattutto di N. Piccinni e la sua opera essenzialmente riguardò il teatro d’opera, pur producendo molta musica sacra di notevole valore, anche in virtù dei suoi impegni di maestro di cappella in importanti chiese e conventi napoletani. Nel genere serio come in quello giocoso il successo arrise spesso alle opere del Capotorti per la fecondità dell’invenzione melodica e soprattutto per la felice scrittura vocale, essendo stato infatti eccellente maestro di canto. La vocazione teatrale si evince anche dall’analisi delle sue opere sacre. Tradizionalmente, fino alle strettoie controriformistiche ma anche dopo, la scrittura musicale non divergeva troppo radicalmente tra genere sacro e genere profano: fino a tutto il rinascimento i confini tra madrigale e mottetto (e v’erano mottetti profani, così come madrigali spirituali) nonerano poi troppo delineati e definiti. Il celebre Magnificat di C. Monteverdi è composto nello stile tipico del grande musicista e, salvi fatti lo spirito e la destinazione, non c’è una differenza sostanziale di scrittura rispetto alle pagine non attinenti al repertorio sacro, come ad esempio melodrammi e madrigali. Del resto basterebbe pensare al rossiniano Stabat Mater, per non dire delle composizioni sacre di W. A. Mozart, per arrivare addirittura al Requiem di G. Verdi, per rendersi conto di quanto i compositori anche nelle composizioni sacre adoperassero, senza risparmio di mezzi, le più importanti conquiste espressive che rendevano straordinarie le loro opere teatrali. Luigi Capotorti, come già si osservò ascoltando la Messa ottimamente restituita da Nicola Petruzzella, nelle sue composizioni sacre vivifica le sue opere con una scrittura in cui emerge la sapienza del musicista solidamente formatosi alla scuola napoletana in cui la severità degli studi di contrappunto si univa alla pratica quotidiana del lavoro musicale di ogni genere in ogni campo vocale e strumentale.  Nel Miserere in oggetto emerge la personalità del compositore: fin dal primo numero Capotorti fa proprio il pathos dei versi del salmo penitenziale nella notevole traduzione del molfettese Giuseppe Saverio Poli. Evidentemente il musicista ha come modello il pergolesiano Stabat Mater: la scrittura per due voci soliste, con accompagnamento espressamente indicato come pianoforte nel manoscritto, si svolge con le parti vocali che si alternano e si fondono con grande efficacia ed espressività ed anche la scrittura decisamente belcantistica contribuisce all’efficacia dell’esito compositivo. Il primo ‘Da te mio Dio’ si snoda così anche con una certa ampiezza di struttura. Il successivo ‘Sol contra te peccai’ è decisamente molto teatrale con le due voci che realizzano le due parti del brano alternandosi nettamente nella prima e seconda sezione, entrambe solistiche. Nel terzo ‘Ti fui caro allora’ le due voci si fondono armoniosamente e con grande efficacia timbrica. Il solo secondo soprano interpreta il ‘Non rivolgere il guardo’, un brano in cui il senso di inquietudine è reso anche dal chiaroscuro strumentale che fa risaltare l’intima agitazione del supplicante. Le due voci insieme scandiscono il ‘No, no scacciarmi’ come un impulso interiore che ispira al compositore le due sezioni di questo brano bipartito in cui il ritmo quasi di siciliana della seconda parte rende bene il senso di gaudio spirituale dell’essere accolti dalla grazia divina. Il solo primo soprano nel ‘Farò palesi a cuori iniqui’ ha una scrittura perentoria con escursioni significative tra registri alto e basso e con una linea melodica tratteggiata con grandi sottolineature espressive. Ancora un solo del secondo soprano nel ‘Se i sacrifizi’ ha carattere espansivo e fidente, con ampie volute vocali che preludono al successivo breve ‘Volgi a Sion lo sguardo’, a metà tra il recitativo accompagnato e l’arioso per la scansione scolpita delle frasi in preparazione del finale ‘Allora gradirai le offerte’ in cui le due voci concludono suadentemente l’opera con un duetto armonioso ed equilibrato. Tutto il Miserere appare evidentemente come una pagina che si inserisce nel panorama della musica sacra del primo ottocento, in cui le radici settecentesche hannogià operato quella chiarificazione della scrittura musicale che è caratteristica dell’incipiente stile classico. 

“Ore volubili”  - "La Solitudine"
a cura di Nicola Petruzzella
La musica di Luigi Giuseppe Capotorti abbraccia i generi più in voga tra la seconda metà del Settecento e l’inizio dell’Ottocento. Particolare rilevanza nell’opera del compositore molfettese ricopre la musica da camera. Formatosi in ambiente napoletano, centro musicalissimo dell’epoca, Capotorti poté certamente misurarsi con compositori del calibro di Vincenzo Bellini, Gioachino Rossini e Gaetano Donizetti e con poeti e librettisti come Tottola e Schmidt. Le pagine di questo volume riportano in auge la musica di Capotorti e i versi poetici di Giuseppe Saverio Poli, illustre fisico naturalista nato a Molfetta il 28 ottobre del 1746 e morto a Napoli il 7 aprile del 1825. Chiamato da Ferdinando IV ad essere precettore del figlio ereditario Francesco I, Poli si dedicò anche alla stesura di poesie. Nacquero così numerosi componimenti poetici, alcuni dei quali musicati da Luigi Capotorti. Tra i due nacque, a Napoli, un grande intesa; sui frontespizi dei manoscritti, infatti, sono sempre riportate le dediche cariche di stima e ossequio al conterraneo Giuseppe Saverio Poli. I due manoscritti autografi, editati e incisi in questo disco, sono custoditi nella Biblioteca del Conservatorio di San Pietro a Majella a Napoli.
"Ore volubili" è un’aria per tenore e pianoforte; sul frontespizio si legge la dedica a Poli: “In segno di vera stima e devoto ossequio”. L’aria da salotto si apre con un Allegretto del pianoforte, in cui sono enunciati i nuclei tematici delle pagine successive: ottave, scale di semicrome, bicordi di terze e staccati. Il tenore canta in una tessitura centrale, in stile puramente settecentesco; si alternano abbellimenti, come acciaccature e trilli, a linee melodiche cantabili e legate che esprimono i sentimenti romantici e introspettivi del testo poetico. La scrittura pianistica è sempre piuttosto scoperta e si fa più fitta nella parte finale dell’aria, prima con un terzinato e poi con le semicrome della mano destra e il basso albertino della mano sinistra. L’aria si chiude con la ripresa dei versi iniziali “Ore volubili perché passate così sollecite deh, vi fermate!” in una tessitura grave, nella sonorità del pianissimo.
"La solitudine" è una poderosa aria da camera, dalle dimensioni più simili a quelle di una cantata; sul frontespizio si legge la dedica: “A sua Altezza Reale la Duchessa di Calabria”. Quest’aria risente degli echi belliniani e donizettiani, maestri della musica da salotto su testo italiano, e rievoca il pathos presente già nei recitativi mozartiani. La composizione si apre con un Andante mosso del pianoforte con dei chiaroscuri sonori in cui si alternano momenti più intensi, enfatizzati da ottave e accenti, a dolci trilli e scalette di semicrome. Il soprano apre la parte del canto con un lungo recitativo, conducendo l’ascoltatore verso il primo cantabile. Si tratta di un Larghetto nella tonalità di La bemolle in tempo 3/4. In questa sezione Capotorti fa grande uso di scalette di semicrome e biscrome e il canto, sempre articolato, segue il testo aulico e carico di enfasi.  Al termine di questa sezione ritorna l’Andante mosso in tempo 3/8. La scrittura pianistica si fa più densa, le terzine passano dalla mano destra alla mano sinistra, il soprano propone ritmi puntati in una tessitura medio-grave. La successiva sezione ritorna al tempo iniziale dell’aria per riproporre un recitativo, sempre più simile ai recitativi accompagnati del Settecento. Subito dopo ritorna il Larghetto il 3/8 che, dopo una quiete apparente, presenta una scrittura più fitta, ricca di biscrome per la mano sinistra e semicrome per la destra. Per portarsi verso la conclusione, Capotorti, utilizza nuovamente il disegno enunciato nell’introduzione pianistica, nel tempo 4/4. La parte conclusiva di quest’aria nel tempo 2/4 è un Allegro in cui a momenti virtuosistici del pianoforte si alternano frasi belcantistiche del soprano, in una tessitura medio-acuta tipica della musica da salotto. Con queste due composizioni, Capotori conferma la sua passione per la musica da salotto, in cui i protagonisti indiscussi sono il pianoforte e le voci sole di soprano e tenore.    

BIOGRAFIE

Nicola Petruzzella - tenore e direttore
Ha conseguito il Diploma di vecchio ordinamento in Composizione, con il massimo dei voti, presso il Conservatorio “A. Casella” dell’Aquila sotto la guida del M° Remigio. Ha conseguito il Diploma in Canto lirico, il Diploma accademico di I livello in Pianoforte e il Diploma accademico di II livello in Musica vocale da camera con il massimo dei voti, presso il Conservatorio “N. Piccinni” di Bari. Ha conseguito come tenore alcuni premi in competizioni nazionali ed internazionali. Ha cantato i ruoli di Creonte nell’“Antigone” di Tommaso Traetta (direttore C. Morejano), Ruggiero ne “La liberazione di Ruggiero dall’isola di Alcina” di Francesca Caccini presso il Palazzo dei Diamanti a Ferrara, il Teatro Palladium di Roma e all’Ateneo di Bari (direttore E. Sartori), Giannino ne “Le serve rivali” di Traetta al Teatro Traetta (direttore V. Clemente). Ha cantato in qualità di solista il Dies Irae di Lully per il Festival di musica antica a Bari e il Magnificat di Telemann a Bolzano. Ha preso parte ad alcune produzioni, in ensemble, nei teatri di Lucca, Ravenna e al Rossini Opera Festival. Dirige la Schola cantorum “Harmonia mundi” ed è organista presso la Chiesa di San Bernardino in Molfetta. Dal 2014 è direttore artistico del coro polifonico “Luigi Capotorti”. Ha diretto il coro di voci bianche Caffarelli del Teatro Traetta. Ha composto un’aria su testo di Gabriele D’Annunzio, incisa e pubblicata da Digressione music nella raccolta Effluvii. Ha inciso il disco con inediti di Luigi Capotorti e redatto le edizioni critiche della “Nuova messa per solennità festiva”, del “Miserere” e delle arie camera “La solitudine” e “Ore volubili” di Luigi Capotorti, pubblicate da Digressione edizioni. Ha collaborato con la RSI per programmi radiofonici sui compositori di scuola napoletana settecentesca. Ha seguito diversi corsi di alto perfezionamento, in particolare con i maestri Luciana D’Intino e Sonia Prina. Dal 2016 lavora come Maestro collaboratore alla sopratitolatura presso il Teatro Petruzzelli di Bari. Vincitore del concorso ordinario 2020, classe di concorso A030 – Musica, è docente di ruolo presso la scuola secondaria di I grado “De Amicis – Dizonno”.

Anna Cimmarrusti - soprano
Consegue il Diploma Accademico di II livello in Canto ad indirizzo Concertistico con il massimo dei voti, lode e menzione d’onore presso il Conservatorio di Musica “Niccolò Piccinni” di Bari sotto la guida di Antonietta Cozzoli. È laureata in Cultura letteraria dell’età moderna e contemporanea presso l’Università degli Studi di Bari. Si perfeziona presso la “Scuola di Musica di Fiesole” con Patrizia Ciofi e frequenta l’Accademia di Alto Perfezionamento “Scuola dell’Opera” del Teatro Comunale di Bologna. Finalista in diversi concorsi internazionali di canto lirico, vince il Premio Speciale “Tommaso Traetta” e il Premio Speciale Orchestra Sinfonica di Sanremo all’VIII edizione del Concorso Internazionale di Canto Lirico T. Traetta. È vincitrice del premio “Deutsche Oper” al XII Concorso Internazionale per Cantanti Lirici “Città di Pienza”. Vince il Terzo Premio e il Premio Ateneo Musica Basilicata nella XXV edizione del Premio Internazionale di Canto Lirico Valerio Gentile. Debutta nel 2017 come Carlina ne Le serve rivali di T. Traetta per il Traetta Opera Festival, dir. Clemente, reg. Pellegrini. Successivamente interpreta Clarina ne La cambiale di matrimonio di G. Rossini, dir. Pelliccia, reg. Colaianni. È Cecchina nel dramma giocoso Buovo D’Antona di T. Traetta per la XV edizione del TOF. Ad Arezzo è Serpina ne La serva padrona di G. B. Pergolesi, dir. Rosadini, reg. Cappelletti. Veste i panni de La Ciesca nel Gianni Schicchi di Puccini per la XIV edizione di Città dei Sassi Opera Festival, dir. Gabrielli, reg. Dimatteo. Ha all’attivo numerose esecuzioni del repertorio cameristico, sinfonico e sacro in Italia e all’estero tra cui un recital a León (Spagna) per la Fundación Eutherpe, “Being Beauteous” di H. W. Henze per il 45° Cantiere Internazionale d’Arte di Montepulciano, “Ah! perfido” op. 65 di L.v. Beethoven, l’Oratorio de Noël op.12 di C. Saint-Saëns, la Krönungsmesse KV 317 e le Litaniae Lauretanae KV 109 di W.A. Mozart e le prime esecuzioni in tempi moderni del Gloria in sol di N. Piccinni, del Miserere a due voci di L. Capotorti, dell’oratorio Santa Ferma di A. Caldara (Angelo) e del Magnificat in fa minore di Nicola Fago.

Barbara Massaro - soprano
Milanese, si diploma in Viola e Canto con il massimo dei voti, la lode e la menzione d’onore presso il Conservatorio “G. Verdi” di Milano. Vince il 67° Concorso AsLico per il ruolo di Despina-Così fan tutte debuttando presso Teatri del Circuito Lombardo. Segue quindi la Principessa-La bella dormente, Lirico di Cagliari; Adina-L’elisir d’amore, Coccia di Novara; Nannetta-Falstaff, Liverpool Philharmonic Hall; Frasquita-Carmen, Arena di Verona; Berenice-L’occasione fa il ladro, Tiroler Festspiele Erl;  Zerlina-Don Giovanni e Lauretta-Gianni Schicchi, Filarmonico di Verona, Tebaldo-Don Carlo e Sofia-I Lombardi alla prima crociata, La Fenice di Venezia; Jemmy-Guglielmo Tell, Circuito Lombardo e Verdi di Pisa; Aglaja-Le grazie vendicate. Festival Vicenza in lirica, Clorinda-La Cenerentola, Verdi di Salerno, Melia – Apollo et Hyacinthus, La Fenice di Venezia, Fanciulla Fiore – Parsifal. Per il Festival della Valle d’Itria: Geraldine-A hand of bridge, Driade-Baccanali di A. Steffani, Aurelia-Le donne vendicate, Najade-Ariadne auf Naxos, Tirsi-L’Angelica. Incisioni discografiche: Driade in Baccanali-Dynamic (2016) e Tebaldo nel cd “Anita”-Sony Classical (2018), soprano solista nei brani inediti Innocente Verginella e Nuova Messa per Solennità Festiva di L. Capotorti-Digressione Music (2020), Tirsi ne L’Angelica CD e DVD video-Dynamic (2023). Attiva sia nel repertorio sacro che in quello cameristico ha eseguito in qualità di solista: Stabat Mater di Bach, Stabat Mater di Pergolesi, La carità da I tre cori religiosi e Petite Messe Solennelle di Rossini, Requiem ed Exultate Jubilate di Mozart, le Ariettes oubliéè di Debussy con Divertimento Ensemble per la Società del Quartetto di Milano e il Festival Slowind di Lubiana. Ha lavorato con i direttori D. Renzetti, Chung Myung-Whun, P. Heras-Casado, S. Quatrini, V. Petrenko, F.M. Sardelli, M. Spotti, A. Marchiol, G. Capuano, R. Balsadonna, A. Cadario, C. Goldstein, S. Rolli, F. I. Ciampa e i registi F. Zeffirelli, R. Carsen, L. Muscato, C. Ligorio, F. Micheli, G. Falaschi, V. Villa, A. Bernard, H. de Ana.

Vito della Valle di Pompei - piano
Inizia giovanissimo lo studio del pianoforte, concludendo il suo percorso presso il Conservatorio “N. Piccinni” di Bari con il massimo dei voti e la lode, sotto l’alta guida del M° Valfrido Ferrari, nella cui classe ha svolto attività di tirocinante. Consegue, presso il Conservatorio “N. Piccinni” di Bari, il diploma di Didattica della Musica ed il Biennio per la formazione dei docenti di strumento musicale, entrambi con il massimo dei voti. Sempre con il M° Valfrido Ferrari, prosegue gli studi, presso lo stesso Conservatorio di musica conseguendo il Diploma accademico di II livello, indirizzo solistico, con il massimo dei voti e la lode. Molto interessato alle tecniche compositive e sensibile alle problematiche del Novecento, è in possesso del compimento inferiore di composizione, conseguito studiando nella classe del M° Biagio Putignano. Ha già avuto modo di farsi apprezzare in diverse occasioni, in qualità di solista, in duo pianistico e come componente di varie formazioni cameristiche, esibendosi per Fondazioni musicali, Enti ed associazioni storiche. Ha partecipato a master, anche internazionali, e si è classificato sempre nelle prime posizioni in numerosi concorsi pianistici.Inoltre dal 2005 è direttore artistico del concorso nazionale “Giovani musicisti - Città di Giovinazzo”. Ha affiancato il M° Valfrido Ferrari ai Corsi di perfezionamento pianistico svolti presso la “Fondazione P. Hindemith” di Blonay (Svizzera). A gennaio 2020 incide, con l’etichetta Digressione music, brani inediti del compositore Luigi Capotorti. Nel 2021 riceve attestato di benemerenza nell’ambito dell’Apulia Best Company 4^ edizione. Attualmente è docente titolare della cattedra di pianoforte nella scuola secondaria di primo grado “Manzoni-Lucarelli” di Bari.

L’etichetta pugliese Dodicilune è attiva dal 1996 e dispone di un catalogo di quasi 350 produzioni discografiche (cd, vinili, dvd) di artisti italiani e stranieri. Grazie a Ird e Believe i dischi sono distribuiti in Italia e all'estero nei migliori negozi di musica, nelle principali catene (Feltrinelli, Fnac, Ricordi, Mondadori, Melbookstore) e su 60 piattaforme di download/streaming digitale in circa 80 paesi in tutto il mondo (iTunes, Spotify, Deezer, AppleMusic, Amazon, Qobuz, Tidal).

Track List

1/9 - Miserere
  1 - Da te mio Dio
  2 - Sol contra te peccai
  3 - Ti fui caro allora
  4 - Non rivolgere il guardo
  5 - No, no scacciarmi
  6 - Farò palesi a cuori iniqui
  7 - Se i sacrifizi
  8 - Volgi a Sion lo sguardo
  9 - Allora si che gradirai

10 - Ore Volubili
11 La Solitudine

Compositions by Luigi Capotorti (1767 - 1842)
Lyrics by Giuseppe Saverio Poli (1746 - 1825)

Personnel

Anna Cimmarrusti - soprano
Barbara Massaro - soprano
Vito della Valle di Pompei - piano
Nicola Petruzzella - tenor, conductor

Recording Data

• PRODUCTION DATA
Timing 45:24 CFN653
2023 Confini Dischi, a Dodicilune Label
(p) + (c) Dodicilune Records, all rights reserved
8059772566537

• RECORDING DATA
Produced by Associazione “Luigi Capotorti” Musica - Cultura - Tradizione, Molfetta (BA), Italy and “FPM Fondazione Pugliesi per la Musica - ETS”, Bari (Italy) and Maurizio Bizzochetti, Dodicilune, Italy • Recorded, mixed and mastered 1, 2 April 2023 at 4Walls Studio, Giovinazzo (BA), Italy • Sound engineer Alessandro Grasso • Cover photo m Liiiz • Photos by Roberto Lusito, Annachiara Di Stefano, Antonio Battaglia, Dino Mottola, Vincenzo Tedesco • Translations edited by Anna Chiara Cecilia Amato and Annamaria Altomare • Special thanks to Farmacia Dr Vito Mastrorilli • Contact: facebook.com/assocapotorti/

• EXTRA NOTES

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