Artist: LUZ Album: Encelado Label: Auand Code: AU5004
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Created on : 14 January 2019
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Total songs : 9
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From: Auand
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Press Release
(digitale 8 febbraio 2019 | CD e LP 22 febbraio 2019, Auand)
I Luz tornano sulla scena discografica con un nuovo album
dal titolo Encelado, in uscita il 22 febbraio per Auand
Luce e oscurità, spazio cosmico, deserti, poesia, scienza, mito: tutto questo è Encelado (Auand), secondo album in studio per i Luz, al secolo Giacomo Ancillotto (chitarra), Igor Legari (contrabbasso) e Federico Scettri (batteria), subentrato a Federico Leo dal 2017.
Un album “interstellare” composto da 9 brani originali che richiamano una moltitudine di prospettive e riflessioni intorno agli astri e al cosmo. Il punto di vista privilegiato è quello dell’uomo che, dalla Terra, scruta il cielo alla ricerca del mistero dell’origine. Dalle navicelle spaziali in grado di portare l’uomo in orbita ai demoni senz’anima dell’Amazzonia, quella dei Luz è una narrazione a metà tra scienza e magia che non rinuncia anche a un pizzico di autoironia. E su questo contrasto tra opposti, tra realismo e magia, gioca anche la copertina dell’album, Tres hombres con sillas regalata all’ensemble dal pittore cileno Juan Martinez Bengoechea, cui è dedicato uno dei brani dell’album.
Si parte da Soyuz!, un omaggio alla gloriosa cosmonautica sovietica, un’ode alla scienza, alle macchine e all’ingegno umano, composta dal contrabbassista Legari. Atacama sposta invece il punto focale nell’arido deserto dell’America meridionale. E ancora, Ground Control, dedicato a David Bowie per i quarant’anni del suo psichedelico Space Oddity. O Hum, che evoca il sussurro profondo e continuo dell’universo. Brani che evidenziano come la costruzione musicale, per i Luz, segua spesso una struttura circolare che non dà una percezione di linearità, ma oscilla tra accelerazioni e rallentamenti. La loro scrittura si mescola all’improvvisazione in una moltiplicazione di linee melodiche e in uno scambio continuo dei ruoli tra i tre musicisti. E questo gioco di ruoli e significati si riflette anche nel titolo del disco, Encelado, il gigante figlio di Gea e Urano che fece guerra agli dei dell’Olimpo, secondo il mito, ma anche uno dei 64 satelliti di Saturno.
I Luz, il cui nome viene da quell’ossicino minuscolo anche detto “nocciolo dell’immortalità”, dal 2012 hanno suonato in tutta Europa, partecipato a Festival, trasmissioni radiofoniche e televisive, inoltre la loro musica è stata utilizzata come colonna sonora per cortometraggi e documentari. L’album, registrato in un paio di giorni nello studio Jambona Lab di Antonio Castiello e Aldo De Sanctis, esce per l’etichetta Auand, così come Polemonta, il loro disco d’esordio del 2014, questa volta anche in formato Vinile oltre che in CD e sarà disponibile in digitale già dall’8 febbraio su tutte le maggiori piattaforme con distribuzione Pirames International.
Il tour di Encelado inizia il 28 Febbraio al Cantiere di Roma e prosegue il 14 Marzo a UnTubo di Siena, il 16 allo Swing Bar di Conegliano Veneto (TV), il 17 alla Foresteria Campo Canoa di Mantova e il 18 al Torrione di Ferrara.
EN
Italian Trio Luz release new album “Encelado”
(digital: February 8, 2019 | CD & LP: February 22, 2019, Auand)
Luz are back on the scene with their new album Encelado
out February 22 on Auand Records
Light and darkness, outer space, deserts, poetry, science, myth: this is Encelado (Auand), Luz’s second studio album (Giacomo Ancillotto on guitar, Igor Legari on double bass and Federico Scettri on drums).
Nine original compositions make the tracklist of this “interstellar” album, connecting perspectives and reflections around stars and cosmos. The favored point of view here belongs to human beings: from Planet Earth, they can star-gaze in search of the mystery of beginnings. Ranging from space shuttles that can send a man to orbit, Luz’s narrative balances science and magic, and can’t resist a touch of self-deprecation. A hint to this opposition between realism and magic can also be found in the album cover, Tres hombres con sillas, a work of art donated to the band by Chilean painter Juan Martinez Bengoechea.
The journey starts from Soyuz!, a tribute to the glorious Soviet spacecraft, an ode to science, machines, and human brilliance, penned by double bass player Igor Legari. Atacama moves the focal point to the dry South American desert; Ground Control celebrates David Bowie’s Space Oddity on its 40th anniversary; Hum evokes the universe’s deep, continuous whisper. These tracks highlight how Luz’s music approach often follows a circular structure which is far from linearity, rather fluctuating between acceleration and slowing down. Their writing blends with improvisation, while the melodic lines increase in a relentless role-exchange among the band members. This role game is mirrored in the album title, Encelado, the giant son of Gaia and Uranus – according to the myth, he declared war to the Olympian Gods, but this is also the name of one of the 64 satellites around Saturn.
Luz take their name from a tiny bone also called “core of immortality” and have been touring Europe since 2012 performing at Festivals, radio and TV shows. Their music is also featured in short films and documentaries. The new album, recorded at Antonio Castiello’s studio, will be out on February 15 on Auand Records (just like Polemonta, their 2014 debut album), and it will also be available on vinyls and CD, while the digital version will be on all major streaming services starting from February 8 (distr. Pirames International).
Encelado tour starts on February 28 at Cantiere (Rome), and it stops in Siena (March 14, Un Tubo), Conegliano Veneto (March 16, Swing Bar), Mantova (March 17, Foresteria Campo Canoa), and Ferrara (March 18, Torrione).
Track List
01 Soyuz02 Chullachaqui
03 Atacama
04 Bengoechea
05 Ground Control
06 Hum
07 Shapiro
08 Ballyhoo
09 Fricus
Personnel
Giacomo Ancillotto guitarIgor Legari double bass
Federico Scettri drums
Recording Data
Produced by LUZExecutive Producer: Marco Valente
Recorded at Jambona Lab, Cascina – Pisa
Engineer: Antonio Castiello and Aldo De Sanctis
Cover picture: Juan Martinez Bengoechea
Graphic design: Alberto Giammarco
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