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Artist: Enrico Intra, Paolino Dalla Porta, Mattia Cigalini     Album: three generations     Label: AlfaMusic     Code: AFMCD188

three generations

  • three generations

  • Enrico Intra, Paolino Dalla Porta, Mattia Cigalini

  • 09 September 2016

  • AFMCD188

  • 8032050016146

  • Digital, Jazzos, AlfaMusic

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  • Created on : 25 July 2016

  • Total songs : 17

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  • From: AlfaMusic

Press Release

Enrico Intra piano

Paolino Dalla Porta double bass

Mattia Cigalini sax 

 

LE TRE GENERAZIONI

 

Questo eccezionale trio riunisce tre differenti generazioni di musicisti italiani di jazz, tutti in piena attività nella scena contemporanea, che negli ultimi quattro anni si sono periodicamente incontrati in concerto aggiornando costantemente il repertorio e il  modo di fare musica insieme. Ciò che accomuna questi tre formidabili musicisti è il gusto per l’avventura musicale e per l’improvvisazione, anche quella totale, spesso lontana dal classico linguaggio idiomatico del jazz moderno, cioè un terreno in cui riescono a trovare un percorso comune un artista di ottant’anni quale Intra, il cui contribuito alla storia del jazz in Europa è frutto di una impressionante progettualità, un musicista della generazione dei cinquantenni come Paolino Dalla Porta, che ha vissuto da protagonista il rinascimento del jazz nel nostro paese dalla fine degli anni settanta a oggi, e Mattia Cigalini, jazzista ancora nei suoi vent’anni, ma già così maturo da potersi indicare come una delle nuove personalità del jazz europeo. Questa comune propensione al superamento dei vecchi modi di esprimersi in favore di un’avventurosa ricerca linguistica li porta ad affrontare l’estetica del jazz da un punto di vista europeo e contemporaneo, nel quale i “materiali” americani e la memoria degli stili storici sono soltanto un sedimento culturale, ormai trasformato dall’uso di altre influenze, di differenti maniere di pensare il jazz. La propensione per il dialogo improvvisato li porta poi a prediligere la dimensione concertistica della musica piuttosto che lo studio di registrazione e così, non casualmente, hanno deciso di testimoniare la loro musica attraverso un album live, registrato in concerto al Piccolo Teatro Strehler di Milano nell’anteprima della diciottesima edizione di Jazz al Piccolo. L’ascolto evidenzia quanto il trio sappia respirare all’unisono, realizzando la musica in maniera realmente collettiva partendo dalle nuove composizioni di Enrico Intra, costituite da cellule tematico-ritmiche in cui si ritrova la  qualità tipica delle migliori pagine del jazz: possedere una forte identità, ma essere aperte alle trasformazioni, agli sviluppi, alle trasfigurazioni che giungono dalla perfomance. Liriche, meditative, percussive, astratte, le brevi cellule che Intra ha proposto  fanno da guida, da faro a un percorso basato sul loro sviluppo nella pratica relazionale dell’esecuzione jazzistica, sia essa realmente legata all’improvvisazione intesa come aggiunta di elementi completamente nuovi, ma compatibili con l’idea di base, oppure all’estemporizzazione, concepita come variazione di qualsiasi genere allo spunto di partenza, ma anche alla composizione estemporanea collettiva, cioè allo sviluppo della logica compositiva applicato all’assunto iniziale. Questi motivi (a cui sono stati aggiunti dei brani in solo di ognuno dei tre protagonisti) sono pensati per creare specifici climax narrativi e favorire un approccio peculiare al materiale di partenza. Si tratta di temi in cui è assente l’armonia funzionale, quella che avrebbe portato la musica verso un fraseggio convenzionale, nei quali si evidenziano un’ampia gamma dinamica, nella quale si passa dal sussurro sino a picchi  di grande intensità, e una sorprendente ricchezza di figurazioni ritmiche. I musicisti operano quindi sui pieni e i vuoti, il silenzio e la pienezza sonora, usando tutto il possibile spettro dinamico e, al tempo stesso, sviluppando al più alto livello l’ascolto reciproco, la capacità di costruire musica attraverso un interplay “strutturale”, in grado di indirizzare il percorso e anche il significato della musica. Il rigore lirico richiesto ai musicisti porta a una fortissima coerenza interna e dimostra, ancora una volta, che tanto meno è generico il materiale di partenza, tanto più la fantasia si può sviluppare coerentemente, certo libera, ma non anarchica e aleatoria, quindi portatrice di una specifica identità. Tutta la grande arte rifiuta infatti la manieristica adesione a modelli idiomatici che, anche se ripetuti in modo creativo, sono pur sempre costruiti su schemi anteriori, e nel nostro caso dimostra che la composizione può guidare efficacemente lo sviluppo equilibrato dell’invenzione estemporanea piuttosto che soffocarla. Certo, c’è composizione e composizione, e questi temi di Intra riescono a unire  il massimo di identità possibile in pagine scarne, brevi, in fondo visionarie in quanto altro non sono se non, appunto, immagini fugaci capaci, però, di fissarsi nella memoria. 

Intra le affronta con quel gusto per la sottrazione, per l’essenzialità assoluta che lo contraddistingue, Dalla Porta le  esplora a fondo attraverso un forte pensiero analitico, Cigalini tende ad addolcirle attraverso la sua innata vena melodica (ma senza esagerare, senza rischiare un approccio tonale che sarebbe disastroso). In questo contesto i tre strumenti si muovono in modo completamente paritario e rendono sorprendente, comunicativa e coinvolgente questa musica, allontanandola da qualsiasi routine. 

 

 

Maurizio Franco

ENGLISH

THREE GENERATIONS

 

This exceptional trio brings together three different generations of Italian jazz musicians, all of them still active on the contemporary scene, who have performed together in concerts many times over the past four years, constantly updating their repertoire and the ways they make music together. What unites these three formidable musicians is their taste for musical adventure and improvisation, also in the most total sense, which often leads them far from the classic idioms of modern jazz. The same approach and specific orientation is thus shared by Enrico Intra, an eighty-year-old artist whose contribution to the history of jazz in Europe is the result of an impressive ability to continually reinvent himself and to create ever new plans and projects; Paolino Dalla Porta, a musician in his fifties who has been a leading protagonist of the jazz renaissance in Italy from the late seventies until today; and Mattia Cigalini, a jazzman who is still in his twenties but who is already so mature that we can certainly consider him as one of the leading new personalities in European jazz.

Their shared desire to go beyond the old modalities of expression and to embark upon an adventurous quest for new means of expression leads all of these musicians to approach the aesthetics of jazz in a European and a contemporary way, according to which the American “materials” and the memories of historical styles in jazz are only a cultural basis or sediment that has been transformed by new influences and some very different ways of thinking about jazz. Thanks to their propensity for improvised dialogue the members of our multi-generational trio all prefer to perform their music live in gigs and concerts rather than in the recording studio and it is no coincidence that they have decided to present this latest musical collaboration of theirs in the form of an album which was recorded live at a performance in the Piccolo Teatro Strehler of Milan, on the occasion of the eighteenth edition of the festival Jazz al Piccolo.

When one listens to this exceptional recording it becomes clear how well the trio is able to perform in unison, breathing together and creating music in a truly collective way, constructed on the basis of new compositions by Enrico Intra consisting of thematic-rhythmic cells or mini-motifs in which one can find the typical qualities of the very best jazz: a strong identity that is also open to transformations, developments, and the unexpected little transfigurations that often occur in a live performance. Lyrical, meditative, percussive and abstract, the brief cells that Intra uses act as the guides and beacons on a pathway of evolution which nevertheless rarely departs from the usual practices of the jazz performance. This kind of evolution can be based on genuine improvisation, understood as the addition of completely new elements that are however compatible with the basic idea, as well as on extemporization, consisting of variation of any kind from the initial idea or starting point, or on the practice of collective extemporaneous composition, i.e. the extensive elaboration of an initial theme or figure, involving the inherently unpredictable development of its basic logic and inner structure.

These pieces that derive from cells or mini-motifs (and that are supplemented by a number of solo tracks by each of the three protagonists) are conceived in such a way as to create specific narrative climaxes, and to encourage a particular approach to the basic source material. Harmony is absent from the basic motifs, as this could have led the music towards a conventional kind of phrasing. Instead they have a particularly wide dynamic range that rises from the merest whispers to peaks and climaxes of great intensity, while also featuring a surprising profusion of rhythmic figurations. The musicians thus take advantage of fullness and emptiness – the richness of complete sound and the voids of silence – constantly using the broadest possible dynamic ranges while developing their reciprocal listening to the highest levels and exploiting their ability to construct music by means of a “structural” interplay that guides and governs its progression as well as its meaning. The lyrical rigour that is required of the musicians in this operation also imposes a very strong internal consistency upon the music and this demonstrates, once again, that the less generic one’s starting material is the more one’s fantasy and imagination can be developed, in a way that is certainly free, but one that is not anarchic and random, and that has a specific and coherent identity. In fact all great art rejects any kind of mannered or mannerist adhesion to idiomatic models and repetitive patterns that, even when they are used in a creative way, are nevertheless constructed upon rigidly fixed and previously elaborated schemes.

This music nevertheless shows us how a compositional approach can effectively guide the balanced development of extemporaneous invention instead of stifling or suffocating it. Of course there are compositions and compositions, but these themes of Intra’s are certainly able to confer the highest possible degree of identity to his succinct and carefully honed down creations. One could even say that that they are visionary in as much as they are fleeting images that, however, somehow manage to remain fixed in the listener’s mind and memory. Intra tackles his undertaking with the refined taste for subtraction and absolute simplicity that has always distinguished him, while Dalla Porta explores the material in depth by means of a rigorous analytical reflection. Cigalini instead tends to sweeten the music by using his innate melodic sensibility (but without ever overdoing it or risking an tonal approach that could be disastrous). The three instruments thus blend and move together in a completely balanced and equivalent way, making the music continually surprising, communicative and engaging, and removing it from any kind of predictable practice or routine.

 

Maurizio Franco

Track List

TRACK LIST

 

1) CELLULA A       1’42
2) CELLULA B        2’51
3) CELLULA C        6’22
4) CELLULA D        2’32
5) CELLULA E         2’29
6) CELLULA F         3’27
7) CELLULA G         4’05
8) CELLULA H         2’07
9) CELLULA I           4’24
10) CELLULA L        2’11
11) CELLULA M       2’19
12) CELLULA N       3’52
13) CELLULA O       3’28
14) CELLULA P       1’48
15) CELLULA Q       1’37
16) CELLULA R       2’53
17) CELLULA S       2’26
 
TOTAL TIME  51'16
 
All composed by Enrico Intra, Mattia Cigalini, Paolino Dalla Porta
Publishing: AlfaMusic Studio (Siae)

 

Personnel

Enrico Intra piano

Paolino Dalla Porta double bass

Mattia Cigalini sax

 

Production supervision: Fabrizio Salvatore

 

Liner notes: Maurizio Franco

Translation: Tris Bruce

 

Photos: Pietro Bandini – Phocus Agency  

 

Graphic project: Riccardo Gola

Recording Data

Recorded live at

Piccolo Teatro Strehler - Milan 

on 30 November 2015 “Jazz al Piccolo” XVIII edition

 

CDpM Sound Service - Bergamo

Sound engineer: Massimiliano Capellini

Assistant sound engineers: Andrea Alborghetti, Alessandro Capellini

Mix: Sound engineer: Andrea Alborghetti

Piano solo recordings (5, 16) and Mastering:  

AlfaMusic Studio – Rome

Sound engineer: Alessandro Guardia


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