Artist: AJAR Album: AJAR Label: Dodicilune Code: ED341
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AJAR
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AJAR
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04 May 2015
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ED341
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8033309693415
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Created on : 15 April 2015
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From: Dodicilune
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Press Release
Ajar è l'esordio discografico dell’omonimo quartetto composto dal pianista Luigi Esposito, dal trombettista Charles Ferris, dal contrabbassista Umberto Lepore e dal batterista Marco Castaldo, prodotto dall’etichetta pugliese Dodicilune e distribuito da IRD.
Ajar, in inglese "semichiuso" o "semiaperto", rimanda all'idea di arte che accomuna i quattro elementi del gruppo, nato nel 2011. Apertura come movimento verso, ma anche chiusura come rifugio in. Il tutto mai in maniera categorica. Un flusso melodico che parte dal mediterraneo e spira verso il Nord Europa, in atmosfere evocative del jazz contaminato di matrice ECM. Le composizioni del pianista napoletano Luigi Esposito, dal sapore fortemente lirico e mediterraneo, si fondono con la concezione di musica improvvisata di Charles Ferris e con l’idea di suono e spazio "astratto" di Umberto Lepore e Marco Castaldo, affiancati in alcuni brani dal violoncellista Davide Maria Viola. Da Chopin a Morricone, passando per Richard Galliano, Esbjorn Svensson, Charlie Haden, Bill Evans, Brad Mehldau, Keith Jarrett, Bill Frisell, Bobo Stenson, John Taylor, Anders Jormin, Brian Blade, Miles Davis, Michael Brecker, Gary Burton, Kenny Wheeler, Christian Scott, i riferimenti espressivi portano l’ispirazione compositiva verso precisi punti cardinali intorno a cui si orienta la ricerca di nuove forme e melodie del compositore.
Nell’improvvisazione libera (e) collettiva del quartetto i ruoli classici del jazz sono stravolti senza abbandonare una sensibilità nutrita dalla lunga collaborazione e guidata dall’aria delle composizioni specifiche in cui nasce. Impro 1 prepara l’aria tanghera di Riccardo proponendo la timbrica che fa parte della ricerca non solo del jazz ma anche del tango concertistico moderno. Diversamente, la breve improvvisazione libera all’interno di September Blue è incorniciata dalla composizione lirica. Non tanto diversa, è Song for Eddy, ballad d’apertura piuttosto classica e con tempo rubato: un’aria decisamente italiana emerge da una improvvisazione libera. Al brano con cambiamenti tra diversi tempi dispari, con delle melodie più astratte e una forma particolare, il gruppo ha dato un titolo che omaggia (Vijay Ajar) il pianista americano Vijay Iyer. Durante l’improvvisazione, i suoi tempi angolari vengono dissolti fino ad arrivare ad una espressività timbrica senza tempo. Essa combacia con l’effettistica minimalista del trombettista che accompagna i temi suonati dal contrabbassista e pianista. «Riccardo è una composizione dedicata a un artista di strada, chitarrista argentino conosciuto per caso», sottolinea Luigi Esposito. «Lavoravo in un bar del centro storico di Napoli e con la sua musica Riccardo allietava le mie giornate. Da un giorno all’altro non l’ho più rivisto e dopo poco venni a sapere che era tornato in Argentina. È stato lui a trasmettermi la passione per il tango e in particolare per Astor Piazzolla». Zizou è un brano dall’atmosfera francese con una forte influenza del fisarmonicista e compositore Richard Galliano.
ENGLISH
Ajar, partially open or nearly closed, refers to the artistic sensibility shared by the four musicians of the group that formed in 2011. Here, opening suggests movement towards an encounter as much as it implies closed in retreat. A threshold whose door is ajar is a boundary that is neither fixed nor categorical . Melodic flows start in the mediterranean and spiral up to northern Europe with an air that recalls the jazz contaminations associated with ECM. The lyrical mediterranean compositions of the Neapolitan pianist Luigi Esposito meld with the improvisational concept of Charles Ferris and with the sound and abstract space of Umberto Lepore and Marco Castaldo, who are also joined by Davide Maria Viola on a couple of pieces. From Chopin to Morricone, with glimmers of Richard Galliano, Esbjorn Svensson, Charlie Haden, Pat Metheny, Bill Evans, Brad Mehldau, Keith Jarret, Bill Frisell, Bobo Stenson, John Taylor, Anders Jormin, Brian Blade, Miles Davis, Michael Brecker, Gary Burton, Kenny Wheeler, Christian Scott: these are the expressive refererences that bring compositional inspiration to the cardinal points around which the composer’s search for new forms and melodies is based. In the quartet’s free collective improvisations, the classical roles of jazz are overturned but guided by a collective sensibility nourished over the course of a long collaboration and the mood of the specific compositions in which they emerge.
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