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Artist: GIACINTO PIRACCI SEPTET     Album: SEVEN TALES OF GUILT     Label: Dodicilune     Code: ED561

SEVEN TALES OF GUILT

  • SEVEN TALES OF GUILT

  • GIACINTO PIRACCI SEPTET

  • 23 April 2024

  • ED561

  • 8059772565615

  • Digital, Dodicilune

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  • Created on : 03 April 2024

  • Total songs : 7

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  • From: Dodicilune

Press Release

Prodotto da Dodicilune, distribuito in Italia e all’estero da Ird e nei principali store online da Believe, martedì 23 aprile esce “Seven tales of guilt” di Giacinto Piracci Septet. Il chitarrista napoletano è affiancato da Umberto Muselli (sax tenore), Giulio Martino (sax soprano e tenore), Francesco Desiato (flauto e sax baritono), Ergio Valente (piano), Umberto Lepore (contrabbasso) e Leonardo De Lorenzo (batteria). Il cd propone sei composizioni originali di Piracci (“And darkly bright, are bright in dark directed”, “Minor Figure”, “Haiku in eight bars”, “Finzioni”, “Ospedale delle Bambole” e “Bartleby”) e il brano “Heaven” tratto dal “Second Sacred Concert” di Duke Ellington.

«Se è vero che nessun suono è innocente, le immagini sonore evocate dai “Sette racconti di colpevolezza” di Giacinto Piracci realizzano un affresco in cui la musica si fa metafora di un’esistenza che sa cogliere l’istante abbracciando il dialogo, il confronto, la contaminazione: appunto pratiche “colpevoli” di rifuggire dalla purezza intesa come declinazione dell’innocenza», sottolinea il critico musicale Ugo Sbisà nelle note di copertine. «Alla base dei “Seven Tales”, come i bibliofili incalliti potranno facilmente rilevare, ci sono anche delle suggestioni letterarie che rimandano di volta in volta alla letteratura occidentale o alle singolarissime miniature letterarie della cultura giapponese e tuttavia l’aspetto più sorprendente di questo disco è rappresentato dall’approccio compositivo, perché se non fosse lo stesso Piracci a precisarlo, ascoltandolo si avrebbe la sensazione di un lavoro frutto di una scrittura rigorosa. E invece accade esattamente il contrario, i brani, le melodie, sgorgano da bordoni degli strumenti gravi, sono sostenuti da un suono lavico frutto di attenti, efficaci interplay estemporanei, secondo una procedura che potrebbe richiamare alla mente quella seguita da Miles Davis nella realizzazione dell’ormai leggendario “Bitches Brew”», prosegue Sbisà. «Demiurgo del materiale sonoro più che compositore in senso tradizionale, Piracci concepisce i brani con un respiro orchestrale nel quale la chitarra non cede mai alla tentazione di prevalere sugli altri strumenti, ma, pur a fronte di assoli incisivi e ben incardinati nel filone contemporaneo, si pone in una posizione quasi paritaria col resto del gruppo, senza mai perdere una concezione di “assieme” frutto di un linguaggio solido e maturo. Così congegnato, il percorso sembra quasi rappresentare un viaggio iniziatico che parte dalle suggestioni scespiriane di “And Darkly Bright, Are Bright in Dark Directed”, il brano più breve e più “scritto” del disco, caratterizzato da un taglio quasi fiabesco; “Minor Figure”, costruito su due accordi minori, si dipana attraverso le serpentine dei sassofoni rievocando vaghe reminiscenze shorteriane; le otto battute di “Haiku in Eight Bars” sono sufficienti per incastonare un bell’intervento del sax tenore seguito da un crescendo espressivo inesorabile; l’omaggio a Borges di “Finzioni”, costruito su un ostinato del basso, consente di apprezzare la maestria chitarristica di Piracci con un assolo dalle fragranze bluesy, mentre “Ospedale delle Bambole” ammalia con la sua dolce vena malinconica; “Bartleby”, il cui titolo deriva dallo scrivano di Herman Melville, è un dinamico jazz waltz che prelude al “ritorno alla luce” rappresentato da “Heaven”, unico brano non originale della scaletta, tratto dal Secondo Concerto Sacro di Duke Ellington».

“Seven tales of guilt” si apre con “And darkly bright, are bright in dark directed”, un breve brano di introduzione ispirato da un suggestivo e sonoro passaggio del Sonetto 43 di Shakespeare, fatto di luci e di contrasti. “Minor Figure” è un pezzo basato su due soli accordi minori discendenti di tono, con un ostinato di piano e basso e un intricato tema, che nei soli sfocia gradualmente in un’improvvisazione collettiva arrangiata estemporaneamente da tutti, fino ad uno special con protagonista la batteria. “Haiku in eight bars” è un tema di otto battute ispirato dal celebre genere di poesie giapponesi che in poche righe possono descrivere interi cicli naturali. Passa idealmente dalla primavera all’inverno, con il reiterarsi delle ultime quattro battute in ostinato e l’infittirsi degli interventi solistici collettivi. “Finzioni” è un’altra composizione basata su soli due accordi, stavolta maggiori e ascendenti di tono, ispirato alla celebre raccolta di racconti fantastici di Borges. Il tempo è dispari e zoppicante, e ci sono due cellule tematiche ripetute due volte, una solo all’inizio e l’altra a chiusura della sezione soli, dove i background dei fiati sono totalmente estemporanei. Il Baritono esegue un bordone ostinato simile al contrabbasso per tutta la durata del brano. “Ospedale delle Bambole” è un breve e malinconico tema che mi ha ricordato una magica bottega che vedevo da ragazzo nel Decumano inferiore di Napoli. Gli interventi solistici di Piano e Flauto sono sempre accompagnati da tessiture tematiche eseguite all’istante dagli altri strumenti. “Bartleby”, poi, è un Waltz ispirato dal celebre e misterioso racconto di Melville “Bartleby lo scrivano”. Un intro basato sulla sezione finale è eseguito in una sorta di imitazione tra i due sax, seguito dal tema, incompleto e coronato la prima volta, completo la seconda. Dopo i soli la stessa sezione suonata all’inizio chiude a ripetizione indefinita, con interventi tematici e solistici collettivi. Infine Heaven di Duke Ellington, tratto dal Second Sacred Concert, con la sua luce paradisiaca, «mi sembrava la chiusura ideale di un percorso cominciato con le luci soffuse di “Darkly bright”. Ogni chorus è suddiviso in quattro sezioni di otto battute dove tutti gli strumenti improvvisano a turno il loro solo, tranne il flauto, impegnato perpetuamente a cucire un background improvvisato in pianissimo», racconta Giacinto Piracci.

L’etichetta pugliese Dodicilune è attiva dal 1996 e dispone di un catalogo di quasi 350 produzioni discografiche (cd, vinili, dvd) di artisti italiani e stranieri. Grazie a Ird e Believe i dischi sono distribuiti in Italia e all'estero nei migliori negozi di musica, nelle principali catene (Feltrinelli, Fnac, Ricordi, Mondadori, Melbookstore) e su 60 piattaforme di download/streaming digitale in circa 80 paesi in tutto il mondo (iTunes, Spotify, Deezer, AppleMusic, Amazon, Qobuz, Tidal).

Track List

1 - And darkly bright, are bright in dark directed
2 - Minor Figure
3 - Haiku in eight bars
4 - Finzioni
5 - Ospedale delle Bambole
6 - Bartleby
7 - Heaven

All compositions by Giacinto Piracci
except 7 by Duke Ellington

Personnel

Giacinto Piracci - guitar
Umberto Muselli - tenor sax
Giulio Martino - soprano sax (1, 6), tenor sax (2, 3, 4, 7)
Francesco Desiato - flute (1, 6), alto fl (5), bass fl (2, 3, 7), baritone sax (4)
Ergio Valente - piano
Umberto Lepore - double bass
Leonardo De Lorenzo - drums               

Recording Data

• PRODUCTION DATA
Total time 37:58 STEREO DDD
(p) 2024 DODICILUNE (Italy)
(c) 2024 DODICILUNE (Italy)
www.dodicilune.it
CD DODICILUNE DISCHI Ed561
8059772565615


• RECORDING DATA
Produced by Giacinto Piracci and Maurizio Bizzochetti, Dodicilune
Recorded 2 April 2023 by Carlo Gentiletti at Elios Registrazioni Audiovisive, Castellammare di Stabia (Na), Italy. Mixed Novembre 2023 by Umberto Lepore at Malgiani Studio, Napoli, Italy. Mastered December 2023 by Giovanni Roma at L'Arte dei Rumori, Marano di Napoli (Na), Italy
Cover photo (c) Sergey Nivens.
Photos by Giovanna Manvati, Diego Abbate
Contact: giacintopiracci@libero.it, facebook.com/giacinto.piracci,
instagram.com/giacinto.piracci/


• EXTRA NOTES
Grazie a Umberto, Giulio, Francesco, Ergio, Umberto e Leonardo per la vostra umanità e musicalità, vi voglio bene. Grazie a Carlo Gentiletti e Giovanna Manvati della Elios
per la professionalità e la calda accoglienza. A Umberto Lepore un ringraziamento extra per la disponibilità, la pazienza e l'entusiasmo. Grazie a Giovanni Roma per il master e l'intuizione. Un grazie perpetuo a Tania, la mia luce. Grazie alla mia famiglia, Adamo e Carmen, e a quella che è diversamente presente, Don Peppe, Amalia e Tony.

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