Artist: Alberto Giraldi Jazz Trio Album: Ulisse Label: AlfaMusic Code: AFMCD202
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Ulisse
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Alberto Giraldi Jazz Trio
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26 May 2017
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AFMCD202
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8032050017143
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Created on : 13 May 2017
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Press Release
Alberto Giraldi Piano - Giulio Ciani Double Bass - Pier Paolo Ermanno Ferroni Drums
Ulisse è un Viaggio. Un percorso che ha inizio all’Alba per terminare nella Notte, come l’Ulisse di Joyce. Il vissuto di tutti i giorni, lungi dalla sua monotonia, dal suo riproporsi costante, con i suoi luoghi comuni, le sue ripetizioni, le sue abitudini, è il caleidoscopio della vita intera, è uno spaccato in cui frugare per trovare emozioni, valori e rapporti che si ripresentano costantemente alla nostra esperienza. E’ la parabola della Nascita e della Morte, è il circuito con cui ognuno si misura per trovare o ritrovare la propria dimensione. Questa parabola ci consente di ritornare dove non siamo mai stati, perché è con la nostra immaginazione che costruiamo Città invisibili - ma tangibili dentro di noi - che possiamo riscoprire mediante un profumo, un suono, una sensazione. Così ciò che non abbiamo mai avuto può tornare ad essere nostro, perché il sogno può diventare realtà. Ogni vita è la vita di Ulisse, il peregrinare che ci allontana, ci divide e poi ci riporta, ci riavvicina nell’incontro. E’ il rumore ed il silenzio che si fondono in un unico salvifico gesto. Quel gesto che ci dà vita, che non ci chiede giustificazioni o ragioni, o sacrifici particolari. Quel gesto che ci dice di essere, di ascoltare la vita in ogni sua sfumatura, di accettarla e di viverla senza rimpianti e con forti emozioni, fino a che queste non diventino “non emozioni”, ma solo il percepire dell’eterno fluire del Tutto.“Prime Luci all’Alba” è il primo brano che ho scritto per questa suite ed il carattere impressionista del tema mi ha ispirato subito il suo titolo. Da quel titolo è scaturita l’idea di “Ulisse”. Dunque un affetto particolare mi lega al brano, perché l’atto di nascita è per un Autore - come nella Vita - sempre il momento più bello ed emozionante della creazione musicale.
“Un Punto Blu” cerca la fusione tra scrittura classica - seppur moderna -, linguaggio pop e momenti di intensa riflessione. Un punto in lontananza, del colore blu del mare - il mare di Ulisse - o del cielo.
“L’Incontro del tuo Sguardo” è una tenera ballad dedicata a chiunque ritrovi in uno sguardo l’Umanità e il Silenzio fecondo. Poche suggestive note per narrare la magia del semplice ritrovarsi.
“E le Ore, e i Minuti” è un tributo di devozione. Una sorta di preludio in stile bachiano/minimalista, reso coerente dalla modernità delle armonie e dall’architettura jazzistica del solo. Per un compositore il tributo a Bach è doveroso. Non riesco a sottrarmi al fascino che ispira il Genio di Eisenach praticamente ogni volta che scrivo. Rivivere e ricreare “protetti” dal Mito, è come sentirsi al sicuro di fronte all’Oceano del pentagramma vuoto.
“Del Meriggio” è un tranquillo momento evocativo, un riflesso di intimità. Lo sguardo introspettivo lascia scorrere un mondo solo apparentemente complesso, che è invece semplice quando è lasciato al suo puro incedere.
“Il Cielo Lieve delle Sei” è anch’esso un tributo. Stavolta al compositore contemporaneo che forse amo di più: Russell Ferrante, fecondo e visionario, comunicativo e attento alla fusione dei linguaggi, la strada che perseguo da sempre e che la Nuova Musica d’Arte non può, a mio avviso, non percorrere al giorno d’oggi.
“I Colori della Sera” ci porta delicatamente verso la fine della “giornata/concerto”, la giornata dell’Ulisse joyciano o di quello mitologico. O semplicemente del mio essere Ulisse, del nostro esserlo. Un Jazz Waltz che sfocia nell’architettura dei soli, basata sulla struttura del Minor Blues, con i tradizionali “scambi” fra i tre strumenti.
“Del Ricordo (a mia Madre)” è la Radice che non si dimentica, è il nodo in gola che ci lega all’origine, alla storia, quel “non c’è più” che pesa come un macigno, ma che dà forza per andare avanti. E’ comprendere che ognuno diventa storia e radice, e non c’è altro che l’eterno scorrere, l’eterno essere e non essere.
“Terre di Mezzo” gioca su un ostinato di concezione minimalista ed un tema più ammiccante, dal carattere light latin che disvela il mio omaggio a Michel Petrucciani. Accostare i due mondi - quello più “contemporary” e quello di un pianista moderno, ma eminentemente “classico” come Michel - mi dà sempre grandi motivi di invenzione. Ecco perché “Terre di Mezzo”.
“Chimere e Bellezze (della Notte)” per lasciare il giorno in compagnia del Buio e del Silenzio. Non sento affatto il Silenzio ed il Buio come “nemici”. Li percepisco invece come l’alibi dell’introspezione, della riflessione feconda. E il viaggio dell’introspezione, della riflessione feconda cos’è se non il Viaggio di Ulisse, alla eterna ricerca di se stessi? Una notte che pur buia e silenziosa ci appare come la culla delle Chimere e delle Bellezze.
Recording Data
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