Cookie Consent by Free Privacy Policy Generator

Artist: Italian West Side Big Band     Album: BlueTone     Label: AlfaMusic     Code: AFMCD201

BlueTone

  • BlueTone

  • Italian West Side Big Band

  • 15 July 2017

  • AFMCD201

  • 8032050017129

  • Digital, AlfaMusic

  • No covers downloadable for Guests

No tracks downloadable for Guests

  • Total views : 6387

  • Today views : 3

  • Created on : 03 July 2017

  • Total songs : 11

  • Total comments : 0

  • From: AlfaMusic

Press Release

BlueTone - Italian West Side Big Band

Il vero protagonista di questo album è l'utopia: un musicista (Giancarlo Canini) si fa produttore e - investendo in proprio - corona il sogno di realizzare un intero album dedicato all'orchestra jazz. "Il nostro punto di riferimento - ha detto il sassofonista - è quello delle big-band degli anni '60, come quella di Quincy Jones".

Per dar corpo al sogno, per rendere realtà l'utopia ha coinvolto Marco Tiso nella triplice funzione di compositore di gran parte dei brani, arrangiatore e direttore d'orchestra. Tiso, per sua diretta ammissione, propone una concezione "mainstream" dell'orchestra (Thad Jones / Mel Lewis, tanto per intendersi) che non ha nulla di passatista ma esalta una dimensione della big-band storicizzata aprendola, però, a suggestioni e visioni più contemporanee (basti pensare al solo di sax soprano di Eugenio Colombo in "Chase The Phantom"). Ecco, peraltro, una delle "sorprese" di questo album: la possibilità di sentire i brani - e gli arrangiamenti - di uno dei nostri maggiori compositori che poco ha potuto documentare discograficamente il proprio lavoro, lavoro che spazia dal musical alla docenza nei conservatori in ambito jazz e pop. In questo senso Marco Tiso è il degno erede di Bruno Tommaso e ne condivide la non voluta perifericità che contrasta con l'indubbio valore musicale e didattico.

E di didattica profuma "Blue Tone" perché l'organico chiamato a dar corpo agli undici brani del repertorio è intimamente legato al Conservatorio "Licinio Refice" di Frosinone. Qui, alla metà degli anni '70, il pianista Gerardo Iacoucci inaugurò e condusse con determinazione una delle prime cattedre di jazz, seminando un terreno che avrebbe fruttificato nel tempo. Oltre ai molti laureati illustri (da Gianpaolo Ascolese a Stefano Cantarano) il Conservatorio di Frosinone da oltre un decennio vanta un dipartimento jazz-pop di alto livello, frequentato da studenti provenienti da varie regioni italiane e molto apprezzato per la qualità degli insegnamenti e dell'organizzazione. Un intenso lavoro di coordinamento e progettazione, in tal senso, è stato fatto dai maestri Ettore Fioravanti, Stefano Caturelli, Alberto Giraldi (attuale Direttore nonché pianista dell'orchestra) e Paolo Tombolesi.

Se si va a scorrere l'organico della Italian West Side Big Band ci sono solo due solisti estranei alla "comunità sonora" del conservatorio di Frosinone: Maurizio Giammarco (protagonista con il sax tenore in "Blue Tone" e "Monk, Bunk & Vice Versa") e Giancarlo Schiaffini (solista con il suo trombone nella mingusiana "Moanin'"; egli, peraltro, ha tenuto in anni recenti un apprezzato seminario sull'improvvisazione proprio al "Licinio Refice"). Gli altri solisti sono docenti o ex-studenti del conservatorio, dimostrando la solidità di quei legami che si costruiscono quando l'insegnamento è qualcosa di più della semplice trasmissione del sapere: Eugenio Colombo (sax soprano; Canini è stato suo allievo - e diplomato - nel corso di sassofono classico), Filiberto Palermini (sax soprano ed alto), Stefano Preziosi ed il producer Giancarlo Canini (sax alto), Alessandro Tomei e Danilo Raponi (sax tenore), Aldo Bassi e Fabio Gelli (tromba), Alberto Giraldi (pianoforte), Ettore Fioravanti (batteria). Anche il resto dell'organico proviene, in larga parte, dalla stessa radice e l'interplay tra singoli e sezioni è evidente.

Non si intenda, tuttavia, questa "matrice ciociara" in senso provinciale o limitativo: la Italian West Side Big Band ha repertorio e sound di livello nazionale e continentale. In questo senso potrebbe rappresentare una nuova realtà nel panorama eccellente delle orchestre nazionali che - nonostante le immense difficoltà nel tenere in vita vasti organici senza nessun sostegno e la precoce liquidazione da parte della Rai delle big-band - esistono e producono. La Lydian Chromatic Orchestra diretta da Riccardo Brazzale (premiata nel referendum "Top Jazz 2016"), la Civica Jazz Band guidata da Enrico Intra, la Tankio Band di Riccardo Fassi, l'Orchestra Jazz di Sassari, la Colours Jazz Orchestra, l'Orchestra di Barga Jazz, peraltro fondata da Bruno Tommaso, e le più recenti Orchestra Operaia condotta da Massimo Nunzi e New Talents Jazz Orchestra guidata da Mario Corvini costituiscono un autentico "tesoro" per il jazz italiano, nella loro storica diversità.

In termini di repertorio il "cuore emotivo" dell'album è il brano che dà il titolo all'intero Cd: "Blue Tone", composto ed arrangiato da Palermini. Il pezzo è in 11/4: dopo un corale che evoca la musica classica, si sviluppa un tema al sax alto dell’autore (con battute in 6/4 e 5/4 alternate); la batteria disegna una breve transizione che porta al solo di Maurizio Giammarco di grande classe e relax (in 4/4) cui segue un altro solo di Alberto Giraldi al piano (in 6/4), fluido ed elegante. Sul finire dell'articolato brano c'è uno "special" cioè una variazione del tema che assume valore melodico/armonico autonomo, tecnica che spesso si ritrova nel Cd e denota qualità compositiva (in primis di Tiso).

Una dichiarazione di poetica rispetto alla concezione della big-band "tisiana" la si ritrova in "Big Drivers", corposo blues originale. Per il senso dello swing, il disegno orchestrale e ritmico (fondamentale il ruolo di Fioravanti), l'integrazione/opposizione tra orchestra e solisti (l'alto aggressivo e inquieto di Stefano Preziosi, il tenore più rilassato e canonico di Danilo Raponi) "Big Drivers" incarna la "filosofia mainstream" avanzata di quest'orchestra, del suo produttore e del suo direttore. Se di nuclei (o picchi) emotivi  si vuole parlare è importante altresì l'arrangiamento di Tiso di "Over the Rainbow" che si avvale della tromba eccellente di Aldo Bassi e del soprano caratterizzante di Palermini (all’unisono con la tromba di Mario Caporilli). Qui la Italian West Side Big Band destruttura e ristruttura il celebre standard in maniera intimamente collettiva; si aggira il fantasma di Gil Evans ma senza calchi né citazioni dirette: sono l'atmosfera generale, i chiaroscuri, le mutazioni sonore improvvise a rendere moderno e tensivo il pezzo.

Degli undici brani in repertorio cinque sono composizioni (ed arrangiamenti originali) di Marco Tiso, quattro suoi arrangiamenti (tre standard ed il mingusiano "Monk, Bunk & Vice Versa"), un brano di Palermini ed uno "stampone" (arrangiamento di Sy Johnsonn) sempre di un brano di Mingus, "Moanin'" ("Mi piaceva aprire il Cd con il mio sax baritono" ha dichiarato Giancarlo Canini che si produce anche in un solo all'alto: l'unico, perché poi si limiterà a suonare nella sezione ance).

Mi sia consentita ancora qualche osservazione per indirizzare l'ascolto di un album che necessita di ripetuta attenzione, tanta è la sua profondità "stratigrafica", ma che si impone fin dalle prime note per l'originalità del sound corale e per la condotta delle parti. Nel citato, polifonico "Moanin'" Giancarlo Schiaffini  si produce in un assolo dal suono macerato, mingusiano per la vocalità ma "schiaffiniano" per la frammentazione del fraseggio e le linee improvvisate divergenti. "Chase the Phantom" gioca sull'arrangiamento "convenzionale" dell'orchestra ed il solo al soprano di Eugenio Colombo che spiazza e "manda fuori": le note pausate e lunghe, le screziature del suono, l'enorme volume controllato a pieno, gli episodi in fiato continuo e l'espressionismo visionario del fraseggio confermano e smentiscono il "codice" orchestrale, come accadeva ad Eric Dolphy nelle compagini mingusiane. In "Dearly Beloved" si accentua il senso di modalismo (anche attraverso un pedale ed il solo di Palermini) e l'arrangiamento tocca vertici di raffinata complessità. In "Raven Flight" si apprezzano il movimento cromatico, ad ondate, del tema, la presenza dei flauti ed il solo di tromba di Fabio Gelli. In “C for Chet” e “Somebody Loves Me” - con sonorità più soffuse e raccolte ed uno sguardo più intenso verso stagioni stilistiche passate - colpiscono le evocazioni modernizzanti di Gershwin, la presenza quintessenziale della tromba di Aldo Bassi, ancora l'uso di flauti e trombe sordinate, il prezioso ricorrere degli "special". In “Music Inn” si ascolta, quale solista al sax tenore, Alessandro Tomei.

"Monk, Bunk & Vice Versa" riveste un posto speciale: Charles Mingus componendolo connetteva il linguaggio modernissimo di Monk con quello di un pioniere del jazz di New Orleans (il cornettista Bunk Johnson) percorrendo "andata e ritorno" questo viaggio nella vicenda sonora afroamericana. Marco Tiso nel suo arrangiamento accentua questo senso storico della composizione, utilizza come solista al tenore Maurizio Giammarco e sottolinea ingredienti tipicamente mingusiani come la polifonia e le scansioni afrolatine.

Mi fermo accorgendomi - come spesso mi accade - di aver detto troppo e troppo poco, di aver pensato che la parola possa "sostituire" le note: la musica è lì, forte della sua intensa, profumata, passionale capacità comunicativa diretta e queste righe sono solo un (prolisso) biglietto di invito ad una festa dei suoni che corona un'utopia, quella dell'Italian West Side Big Band.

Luigi Onori 

 

Credo che amare, conoscere e praticare i classici sia un passo fondamentale per qualsiasi percorso personale; questo disco è un omaggio all'importante tradizione dei grandi organici nel jazz, ed è il risultato degli affetti, delle emozioni, delle personalità di chi  lo ha realizzato.

Ognuno scoprirà a suo modo i brani che lo compongono, non vorrei inoltrarmi nell'esegesi di me stesso.... ma qualcosa su "Big Drivers" mi sento di dirla: il pezzo è dedicato ad un amico, un complice, un professionista affidabile, un artista brillante, un compagno di tante avventure, il batterista Giancarlo Guidoni, partito per una destinazione ignota a tutti noi.

Un abbraccio a tutti gli splendidi musicisti che hanno suonato, nel disco, agli amici di AlfaMusic e un grazie speciale al coraggio e alla generosità di Giancarlo Canini: l'orchestra è prima di tutto un incontro di persone, in questo caso un incontro molto felice, crediamo che questo si senta, oltre la musica.

Marco Tiso

 ________________________________________________________________

ENGLISH

BlueTone - Italian West Side Big Band


The real protagonist of this album is a utopia: a musician (Giancarlo Canini) becomes a producer and – with his own investments – realizes his dream of making a whole album dedicated to the jazz orchestra. "Our reference point – says the saxophonist – is the big-bands of the '60s, such as that of Quincy Jones". To give substance to this dream and to make this utopia a reality Canini asked Marco Tiso to act in the three roles of composer of most of the songs, arranger and conductor. Tiso clearly states that he has proposed a "mainstream" concept of the orchestra (in the style of Thad Jones and Mel Lewis) that does not try to be traditionalist for its own sake but that highlights a historic dimension of the big-band while also opening it up to some more contemporary suggestions and conceptions (here one only has to think of the soprano sax solo by Eugenio Colombo in Chase the Phantom). This is one of the real "surprises" of this album: the fact that it gives us the chance to listen to pieces – and arrangements – by one of the foremost composers in Italy today who has released very few recordings of his work, which ranges from musicals to the teaching of jazz and pop in conservatories. In this sense Marco Tiso is the worthy heir of Bruno Tommaso, with whom he shares a totally undeserved peripheral role, which contrasts with their undeniable musical and educational ability.

In fact most of the members of the line-up of Blue Tone, who were called upon to bring the eleven songs of the repertoire to life, have something to do with teaching, as they are closely linked to the Licinio Refice Conservatory of Frosinone (near Rome in the Ciociaria area of the Lazio region). Here, in the mid '70s, the pianist Gerardo Iacoucci inaugurated and tenaciously taught one of the first university-level jazz courses, preparing a soil that would prove to be fertile and that would bear much fruit over time. In addition to its many distinguished graduates over the years (such as Gianpaolo Ascolese and Stefano Cantarano) for more than a decade now the Conservatory of Frosinone has had a pop-jazz department of a very high level, which is attended by students from various Italian regions and is much appreciated for the quality of its teaching and its excellent organization. The maestri Ettore Fioravanti, Stefano Caturelli, Paolo Tombolesi and Alberto Giraldi (the current Director of the Conservatory who is also the pianist on this record) have all been involved in intensive activities of coordination and planning for the school.

If you look at the line-up of the Italian West Side Big Band there are only two soloists who come from outside the "sound community" of the Licinio Refice Conservatory: Maurizio Giammarco (the protagonist on tenor sax in the tracks Blue Tone and Monk, Bunk & Vice Versa) and Giancarlo Schiaffini (the soloist on the trombone in the Mingus-like piece Moanin', who has however recently held a very popular seminar on improvisation at the Conservatory of Frosinone). The other soloists are all either teachers or ex-students of the conservatory, a fact that clearly shows the strength of the ties that are established when teaching is more than merely the transmission of knowledge. They are: Eugenio Colombo (soprano sax), Filiberto Palermini (soprano and alto sax), Stefano Preziosi (alto sax), the producer Giancarlo Canini – a student on Colombo's course of classic saxophone – (alto sax), Alessandro Tomei and Danilo Raponi (tenor sax), Aldo Bassi and Fabio Gelli (trumpet), Alberto Giraldi (piano), Ettore Fioravanti (drums). Most of the other members of the line-up are connected to the Conservatory in one way or other, and the resulting close interplay between the individuals and the sections is always evident.

We do not, however, wish to imply that this "Ciociaria origin" in any way implies something provincial or limited, as the Italian West Side Big Band has a repertoire and a sound of a national and continental level. In this way it represents a new factor within the panorama of excellent Italian orchestras that somehow continue to exist and to produce music, despite their immense difficulties in maintaining large line-ups without any funding and despite the national TV company RAI's liquidation of the big-bands it once maintained. In fact the Lydian Chromatic Orchestra directed by Riccardo Brazzale (a winner of the "Top Jazz 2016" survey), the Civic Jazz Band led by Enrico Intra, the Tankio Band of Riccardo Fassi, the Jazz Orchestra di Sassari, the Colours Jazz Orchestra, the Orchestra di Barga Jazz, founded by Bruno Tommaso, the New Project Jazz Orchestra (NPJO), that has been active in the Trentino province of northern Italy for over 30 years now, as well as the more recent Orchestra Operaia conducted by Massimo Nunzi and the New Talents Jazz Orchestra led by Mario Corvini, all constitute a genuine "treasure" for the Italian jazz scene, with a wide range of historic diversity.

In terms of its repertoire the "emotional heart" of the album is the track that gives the CD its title: Blue Tone, composed and arranged by Palermini. The piece is in 11/4: after an intro with all the instruments that evokes the world of classical music, a theme is elaborated on the composer's alto sax (in alternating measures in 6/4 and 5/4 time); the drums then create a short transition leading to a very classy and relaxed solo by Maurizio Giammarco (in 4/4 time), which is followed by a fluid and elegant solo by Alberto Giraldi on the piano (in 6/4 time). Towards the end of this complex and articulated piece there is a "special" consisting of a variation on the theme that takes on an autonomous melodic and harmonic role, according to a technique that often recurs on the CD and that clearly indicates its high compositional quality (that of Tiso above all).

A poetic statement that is in perfect accord with Tiso’s big-band concept is to be found in Big Drivers, an original full-bodied blues piece. Thanks to its swing-like orchestral and rhythmic pattern (with Fioravanti playing a crucial role), in addition to the integration/opposition between the orchestra and the soloists (with Stefano Preziosi's aggressive and restless alto sax and Danilo Raponi's more relaxed and canonic tenor sax) Big Drivers embodies the advanced "mainstream philosophy" of this orchestra, of its producer and of its director. Tiso's arrangement of Over the Rainbow particularly stands out as one of the most intense emotional high-points of the record, and on this track there is an excellent use of Aldo Bassi’s trumpet, as well as Palermini’s characteristic soprano sax (in unison with the trumpet of Mario Caporilli). Here the Italian West Side Big Band de-constructs and re-constructs this celebrated jazz standard in an intimate and yet collective way. The spectre of Gil Evans seems to haunt this piece, but without resorting to copying or direct quotations: instead it is the general atmosphere, the light and shade, and the sudden mutations of the sound that make this piece sound so modern and that give it a special tension.

Five out of the eleven songs on the record are the compositions (and original arrangements) of Marco Tiso, while four are his re-arrangements (of three jazz standards and of the Mingus-like Monk, Bunk & Vice Versa), and the remaining two are a piece by Palermini and a "stock arrangement" (by Sy Johnsonn) of Moanin', another piece by Mingus. As regards this last piece Giancarlo Canini says "I was pleased to get the CD going with my baritone sax". (On this track he also plays a solo on the alto sax, which is his only solo, as he is a member of the reed section on the rest of the record).

I would like to make a few more observations to accompany an album which, due to its "stratigraphic" depth, needs to be repeatedly and attentively listened to, but which makes its presence strongly felt from the very first notes, thanks to the originality of the choral sound and the perfectly balanced way the various different parts are played. In the polyphonic piece Moanin' that we have already mentioned Giancarlo Schiaffini plays a solo with a sound that is rich and full Mingus-like as regards its “vocality” but that is more "Schiaffini-like" as regards the fragmentation of the phrasing and the divergent directions of the improvised lines. Chase the Phantom plays on the "conventional" arrangement of the orchestra and the solo on the soprano sax by Eugenio Colombo that bewilders the listener and emanates a strong sound. The long notes with measured pauses, the striated colours of the sound, the enormous volume that is totally controlled, the episodes played on a single breath and the visionary expressionism of the phrasing all go to confirm and yet also to contradict the orchestral "code", as was also the case with Eric Dolphy in his Mingus-inspired line-ups. In Dearly Beloved the modal feel is accentuated (also thanks to a pedal point and the solo by Palermini) and the arrangement reaches supreme heights of refined complexity.

In Raven Flight there is a wonderful wave-like chromatic movement of the theme, with the presence of flutes and a solo by Fabio Gelli on the trumpet. In C for Chet and Somebody Loves Me – with its more intimate and soft sonorities and its deeply nostalgic gaze at the stylistic seasons of the past – the modernizing evocations of Gershwin are particularly striking, as well as the essential and exemplary presence of the trumpet of Aldo Bassi, once again with the presence of flutes and muted trumpets, and the well-judged deployment of the "specials". In Music Inn we can also admire Alessandro Tomei's fine solo on the tenor sax. Monk, Bunk & Vice Versa has a particularly special role on the record. When he composed it Charles Mingus connected the very modern language of Monk with that of a pioneer of New Orleans Jazz (the cornet player Bunk Johnson) taking a "there-and-back" journey through the African-American sound adventure. In his arrangement Marco Tiso accentuates this historical sense of the composition, and he employs Maurizio Giammarco as a soloist on the tenor sax, while emphasizing some typically Mingus-like ingredients such as the polyphony and the Afro-Latin articulation.

I will stop here with the realization that – as is so often the case – I have had said both too much and too little, and that I have deceived myself with the idea that words can ever replace the real notes. Instead the music is there to be listened to, with all the strength of its intense, fragrant and passionate capacity for direct communication, and these lines can only function as a (rambling and wordy) invitation to a feast of sounds that have finally realized the utopia of the Italian West Side Big Band.


Luigi Onori

 

I believe that loving, knowing and practicing the classics is a fundamental step for any personal journey. This album is a tribute to the important tradition of the great jazz bands and line-ups, and it is the result of the affections, emotions and personalities of those who have created it.
Everyone, each in their own way, will discover the songs that go to make up this record, and here I do not wish to engage in an exegesis of myself... but I do feel I should say something about "Big Drivers". This piece is dedicated to a friend, a collaborator, a reliable professional, a brilliant artist, and a companion of mine in many adventures, the drummer Giancarlo Guidoni, who has set off for a destination that is unknown to all of us.
I wish to embrace all the wonderful musicians who have played on the record, as well as my friends at Alfamusic, and a special thank-you goes to the courage and generosity of Giancarlo Canini. An orchestra is first and foremost an encounter between people, in this case a very happy and harmonious encounter, and we believe that this fact can be heard and felt on the record, in addition to the music.

 

Marco Tiso

 

 

 

Track List

1 Moanin’ (Charles Mingus) 7.01
2 Music Inn (Marco Tiso) 3.50
3 Over the Rainbow (Harold Arlen) 8.36
4 Blue Tone (Filiberto Palermini) 7.03
5 Chase the Phantom (Marco Tiso) 4.18
6 C for Chet (Marco Tiso) 5.42
7 Big Drivers (Marco Tiso) 4.53
8 Raven Flight (Marco Tiso) 6.18
9 Somebody Loves Me (George Gershwin) 5.50
10 Dearly Beloved (Jerome Kern) 5.59
11 Monk, Bunk & Viceversa (Charles Mingus) 6.34

Total Time 66.40


Publishing: 2,4,5,6,7,8 AlfaMusic Studio (Siae)

Personnel

Produced by Giancarlo Canini for AlfaMusic Label&Publishing
Production coordination
Alessandro Guardia & Fabrizio Salvatore
Musical Direction Marco Tiso,
arrangements Marco Tiso & Filiberto Palermini

Liner notes Luigi Onori
Translation Tris Bruce
Photos Federico Aniballi
Graphic project Luca Andreoni

__________________________

Italian West Side Big Band
Musical Direction Marco Tiso,
arrangements Marco Tiso & Filiberto
Palermini

Special Guests
Maurizio Giammarco tenor sax
Eugenio Colombo soprano sax
Aldo Bassi trumpet
Giancarlo Schiaffini trombone 


Saxofones
Filiberto Palermini ss/as
Stefano Preziosi ss/as
Alessandro Tomei ts/fl
Antonello D’Orazio ts
Danilo Raponi ts
Giancarlo Canini bs/as


Trombones
Romeo Venditti
Davide Rossini
Mattia Collacchi
Rosario Liberti tb/tuba


Piano
Alberto Giraldi


Trumpets
Mario Caporilli
Enzo Collacchi
Franco Santodonato
Fabio Gelli


Rhythmics

Ettore Fioravanti drums
Stefano Spallotta guitar
Alessandro Del Signore double bass

 

Recording Data

Recordings Forward Studios (Grottaferrata – Rome)
Mix and Mastering AlfaMusic Studio – Rome
Sound engineer Alessandro Guardia
Assistant sound engineer (recordings) Stefano Quarta